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Giacche in pelle, vestirsi alla moda con un occhio all’ecosostenibilità

Negli ultimi anni il tema dell’emergenza climatica sta rivoluzionando il mondo, spingendo gli individui a modificare le proprie abitudini e a farli optare per delle scelte che pochi decenni addietro erano molto lontane dalla quotidianità.

Ogni essere vivente, animale o vegetale che sia, ha un impatto sul nostro pianeta, sia in termini positivi che negativi, ed è molto importante che le persone cerchino di limitare al massimo i danni che arrecano alla natura e che, invece, cerchino di preservarla nel suo delicato equilibrio.

Veniamo costantemente bombardati, e purtroppo in alcuni casi non è comunque sufficiente, da informazioni inerenti all’inquinamento derivante dai nostri consumi e dal bisogno di ridurlo al minimo optando per il riutilizzo, il riciclaggio… ma troppo spesso viene dato poco risalto alla necessità di cercare di minimizzare l’acquisto di oggetti fortemente contaminanti e, magari, effimeri, invece di privilegiare quelli più ecosostenibili e durevoli.

In questo contesto hanno molto risalto anche le nostre scelte per quanto riguarda l’abbigliamento.

Decenni fa i nostri “nonni” avevano pochissime vesti che, tra l’altro, venivano abbondantemente riutilizzate, rammendate, riadattate… fino a quando i loro tessuti non erano talmente logori da non essere più sfruttabili e a quel punto, per esaurirli completamente, venivano ripetutamente usati come stracci.

Ormai, invece di avere un solo armadio per un’intera famiglia numerosa, non basta più un guardaroba pro capite.

Considerato questo accumulo, spesso inutile ai fini pratici, di abiti, sarebbe molto importante cercare di fare delle scelte oculate in termini di longevità e di basso impatto ambientale di ciò che portiamo nelle nostre case.

Prediligere per i nostri indumenti materiali naturali di origine vegetale o animale come cotone, lino, seta, lana, pelle… soprattutto se trattati, durante la loro lavorazione, in modo da ridurne l’inquinamento, ovviamente danneggia molto meno la natura dell’acquisto di prodotti costituiti da fibre sintetiche, che sono un sottoprodotto dell’industria petrolifera. Optare per la versione ecologica di queste ultime, resta, nonostante tutto, una soluzione non ottimale, anche se sicuramente più sostenibile della precedente, perché, comunque, sono originate dal riciclaggio di materiali derivanti dal petrolio.

L’ideale è sempre cercare di non contaminare il mondo e, dove ciò non è possibile, di riciclare, non il contrario.

 

Che cos’è veramente l’ecopelle?

 

Quando si tratta di scegliere una giacca è assai frequente, purtroppo, che i termini ecopelle e similpelle vengano, erroneamente, utilizzati come se fossero dei sinonimi.

Da ciò ne deriva che i consumatori, benché attenti all’ecosistema, si lascino fuorviare dall’idea che un giubbotto in similpelle sia la scelta migliore per il pianeta. Tutt’altro!

L’ecopelle, in realtà, è il cuoio di origine animale, ossia un pellame che è stato trattato al vegetale, in modo da ridurne al minimo l’impatto ambientale derivante dalla sua lavorazione. In aggiunta, bisogna rammentare che è un sottoprodotto dell’industria alimentare, ossia per generarla viene utilizzata la pelle del bestiame che è stato macellato per produrre la carne, evitando gli sprechi, un po’ come facevano i nostri antenati. Questo materiale ha la peculiarità di essere resistente, traspirante, morbido e adattevole al corpo, il che gli permette di preservarsi ottimamente nel corso del tempo.

La similpelle, invece, è un derivato del petrolio e, quindi, un materiale plastico. Purtroppo, non solo contamina molto di più ma, oltretutto, è molto più soggetta a usura non avendo l’elasticità dei pellami animali.

 

Un chiodo in cuoio è per sempre

 

Una giacca in pelle, proprio grazie alle sue peculiarità, se viene curata adeguatamente, la potremo indossare per tutta la nostra esistenza.

Ciò che conta è avere l’accortezza di trattarla periodicamente con una crema apposita in modo tale che non si secchi, un po’ come accade anche alla nostra cute.

Pertanto, quando ne compriamo una, l’ideale è sceglierla in un cuoio primo fiore, ossia la parte più esterna dell’epidermide dell’animale, che è il più pregiato, nonostante le naturali imperfezioni.

Altra buona norma è affidarci a dei professionisti del settore, in modo tale che l’indumento venga confezionato curandone tutti i dettagli, non solo relativi alla qualità delle materie prime. Un buon tessuto tagliato o cucino male lo rende un abito di pessima fattura, talvolta, addirittura, inutilizzabile.

In Italia abbiamo la fortuna di eccellere per quanto riguarda le pelletterie, sia nell’hinterland fiorentino che napoletano. Anche famosissime case di moda straniere commissionano ai nostri artieri la produzione delle loro creazioni di lusso.

Tra le numerose realtà d’eccellenza manifatturiere italiane, una nota di merito va a Pelletterie Borghese. Si tratta di un’azienda napoletana che, dal 1994, produce artigianalmente capi di vestiario in pelle primo fiore di agnello, che è particolarmente morbida, più di quella di vitello, e, quindi, perfetta per adattarsi alle forme corporee. Un altro plus dei modelli cuciti da Antonio Borghese, il suo fondatore, e dai suoi collaboratori, è che vengono realizzati su misura nel caso di esigenze particolari.

Affidarsi a questo tipo di produttori, ci dà la possibilità di poter vantare nel nostro guardaroba non solo di indumenti pregiati, sartoriali e che calzano alla perfezione ma che, proprio per queste loro caratteristiche, dureranno una vita intera, facendoci sentire comodi e a proprio agio con noi stessi in ogni circostanza.

Imparare a fare delle scelte economicamente oculate, attribuendo il giusto valore alla qualità e alla durevolezza di ciò che compriamo, è un ottimo modo per poterci permettere articoli di pregio rispettando l’ambiente e sentendoci in armonia con esso.

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