
Scuola: non sarà un disastro (dice Bianchi), ma la ripresa è tutta in salita
Come osservato pochi giorni fa su queste colonne dall’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, i due anni di pandemia si sono caratterizzati per un sostanziale immobilismo
“La scuola ha riaperto e non ci sono stati disastri”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, commentando la prima settimana di frequenza dopo le vacanze natalizie. “E’ importante che il rientro ci sia stato – ha aggiunto – e che si sia affermato il principio che la scuola è in presenza, ed è un diritto”. Il problema è che, comunque la si pensi, il settore è in panne, per una serie di ragioni logistiche e strategiche, come dimostrano le notizie sconfortanti che giungono da tutta Italia.
A Torino il tampone zero in sostanza non esiste, per questa ragione si va in dad già con un positivo. In Sicilia la situazione è a macchia di leopardo, perché l’isola è divisa tra gialla e arancione per cui i Comuni procedono in ordine sparso con le ordinanze di chiusura. Trapani e Agrigento, in zona arancione, fanno sì che i sindaci chiudano le scuole di concerto con le Asl: ai presidi la decisione se fare o meno didattica a distanza, mentre a Catania e Palermo sono tutti in classe. A Bari un’alunna negativa al tampone due giorni dopo ha accusato i primi sintomi, ma adesso nessuno a se e quando scatterà la dad, con i genitori in difficoltà.
A Ravenna la Rete Nazionale Scuola in Presenza e a Persone dice no al nuovo DL n. 1/20221 che prevede quarantene differenziate a seconda dello stato vaccinale degli studenti. Secondo Monica Ballanti in questo modo si discriminano ingiustamente gli alunni le cui famiglie per scelta legittima hanno deciso di non vaccinarsi. Skuola.net ha intervistato 3.000 alunni di scuole medie e superiori: il 70% non condivide la decisione del Governo di tornare a scuola in presenza a causa della variante Omicron. Lo sciopero nazionale degli studenti, indetto per il prossimo 21 gennaio, dimostra che il comparto si sente in balia delle onde.
Come osservato pochi giorni fa su queste colonne dall’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, i due anni di pandemia si sono caratterizzati per un sostanziale immobilismo verso la scuola italiana, dove sono stati spesi ingenti fondi per strumenti inutili come i banchi a rotelle e zero euro per altri mezzi che sarebbero stati più funzionali, come i sistemi di aerazione. Stessa situazione sui trasporti dove non si è intervenuto per evitare assembramenti. E’di tutta evidenza che la cosiddetta scuola mista, metà in Dad metà in presenza, non è la soluzione definitiva. Ma neanche il caos attuale in cui sono piombati alunni, famiglie e insegnanti serve ad evitare un disastro che nei fatti c’è già.
@L_Argomento
