L’inflazione che a giugno in Italia fa segnare un tragico 8% non è una sorpresa: era ampiamente prevedibile che, dopo i guai economici della guerra in Ucraina, si sarebbe sfondato un dato che mai era stato così alto dal 1986. Il nodo è rappresentato dalla risposta che la politica sta offrendo, sia di merito che di metodo.
Nel merito, quando Enrico Letta sottolinea che il paese rischia la recessione e il conflitto sociale fa una diagnosi corretta, a cui però ora bisogna far corrispondere una cura adeguata e non solo un semplice palliativo alla voce bonus. La reazione deve essere strutturale verso sacche sociali e imprenditoriali che non riescono più a sostenere lo status quo. Non è dato sapere se il salario minimo possa essere una soluzione, ma avendo già messo in campo una misura tanto cara in termini economici quanto dannosa in termini sociali, come il reddito di cittadinanza, è impensabile che la risposta del governo Draghi possa essere dello stesso tenore.
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In secondo luogo le stime dell‘Istat certificano che il 6,8% fatto registrare a maggio non solo si è incrementato di più di un punto in appena un mese, ma apre di fatto ad un autunno gravido di criticità. Gli aumenti non riguardano solo i beni energetici ma anche diversi comparti merceologici che influiscono su imprese e lavoratori.
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Nel metodo fa specie lo spettacolo che sta andando in scena nei palazzi romani, con una macro crisi economica in atto a cui la politica risponde con le polemiche targate Cinque stelle. Dopo che Beppe Grillo ha ancorato al governo il Movimento 5 stelle, torna in auge l’ipotesi dell’appoggio esterno che ha fatto rientrare in anticipo Draghi da Madrid: certo è che l’intervista al sociologo Domenico De Masi (secondo cui Grillo gli ha detto che Draghi gli ha chiesto di allontanare Conte) assomiglia a quelle discussioni sul sesso degli angeli, mentre Roma sta bruciando come nemmeno Nerone è riuscito a fare.
L’unico effetto tangibile di questa farsa messa in piedi da @GiuseppeConteIT e dai grillini sulle immaginarie pressioni di #Draghi è stato distogliere il premier dell’Italia da un vertice #NATO fondamentale. Ma per queste cose non paga mai nessuno?
— goffredo buccini 🇺🇦🇪🇺 (@GoffredoB) July 1, 2022
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