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Fringe benefit, ai lavoratori 3 mila euro fino a dicembre

Riguardano i cosiddetti “compensi in natura” ovverno, tutti quei benefici erogati non in denaro, ma sotto forma di forma di beni e servizi destinati ai dipendenti che solitamente riguardano le auto aziendali, il rimborso delle spese di viaggio, benzina, bollette e via dicendo. Altra importante novità che figura nella Manovra 2024, riguarda proprio il tetto massimo del bonus esentasse che i datori di lavoro possono destinare ai propri dipendenti. Nel prossimo anno, infatti, la soglia si alzerà a due mila euro per i lavoratori con figli e a mille euro per tutti gli altri lavoratori.

Come funziona

Per queste tipologie di benefit messi a disposizione dal Governo che saranno erogati dalle aziende e dai datori di lavoro in favore dei propri dipendenti, non sarà prevista alcuna tassazione né in capo all’azienda né al lavoratore.

Le utenze domestiche

Ma come funziona per le bollette? Già nel decreto lavoro dello scorso maggio erano stati previsti sostegni per contrastare il rincaro bollette di luce, gas e acqua. Adesso, con il nuovo decreto, viene alzato il tetto a 3 mila euro, ma in questo caso, il fringe benefit sarà riservato esclusivamente ai lavoratori dipendenti con figli a carico, una strategia, quella del Governo, che nasce come una sorta di sussidio, ma che si pone l’obiettivo finale di aumentare il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle bisognose.

Lavoratori senza figli

Per quanto riguarda, invece, i lavoratori dipendenti che non hanno figli, per il 2023, la soglia resterà a 258,23 euro. Il pagamento dell’Irpef rimane confermato in caso di superamento del tetto prefissato.

Come ottenerlo

Il lavoratore dipendende dovrà farne richiesta direttamente al datore di lavore o all’azienda, essendo l’unico titolato a ottenerlo, fornendo i dati dei figli e del nucleo familiare. Inoltre, per i nuclei familiari dove i genitori sono lavoratori dipendenti, possono richiederlo entrambi ai rispettivi datori di lavoro. Sono pertanto cumulabili.

In tutti i casi, il dipendente è tenuto a comunicare tempestivamente al datore di lavoro il venir meno dei requisiti necessari. In caso di mancata o tardiva comunicazione, il lavoratore dovrà restituire quanto percepito.