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Chi era Simonetta Cesaroni: Delitto di via Poma, caso riaperto, indagini

Simonetta Cesaroni

Simonetta Cesaroni fu protagonista di uno dei casi di cronaca più noti degli ultimi trent’anni, quello del Delitto di Via Poma. La ragazza fu uccisa nel quartiere della Vittoria a Roma, un caso rimasto irrisolto fino a oggi con varie inchieste che hanno portato ad accuse diverse. Inizialmente nel mirino era finito il portiere dello stabile Pietrino Vanacore, poi era stato accusato il datore di lavoro della ragazza Salvatore Volponi e poi il fidanzato Raniero Busco. Tutti e tre alla fine sarebbero stati scagionati dalle accuse.

A 33 anni dal caso si potrebbero riaccendere le indagini con un qualcosa di molto particolare emerso. Grazie a un’attività tecnico scientifica innovativa gli inquirenti avrebbero aperto una nuova sessione e potrebbero partire nuovamente le indagini per capire chi uccise la giovane e bellissima ragazza.

Chi era Simonetta Cesaroni: Delitto di via Poma

Il delitto di via Poma lascia ancora molti dubbi su chi fu a uccidere Simonetta Cesaroni. Ne ha parlato Franco Posa, esperto in neuroscienze forensi e ricostruzione di cold case, che sta lavorando con Jessica Leone. L’uomo ha svelato a TgCom24: “Ci sono segni dei quali non si trova traccia nelle perizie fatte nel corso degli anni. Parliamo, per esempio, di quella regione del collo e di una mano dove vi era della peluria non studiata. Il che lascia tutti basiti, ma va detto che era un’altra epoca. C’era questa peluria che non è stata repertata. Dagli ingrandimenti fatti con le tecniche innovative abbiamo tante evidenze spuntate fuori. Lesioni mai descritte con precisione, materiale biologico depositato su una mano e un’impronta sul collo che stiamo studiando”.

Ha specificato che: “Tutto è possibile grazie a una tecnica che permette di ingrandire la lesione, possiamo misurarla e confrontarla con lo strumento che probabilmente è stato utilizzato per stringere“. Sono parole che faranno discutere.