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Chi è Roberto Saviano, lo scrittore sotto scorta? Famiglia, romanzi e minacce

Scrittore, sceneggiatore e giornalista. Roberto Saviano è stato tra i personaggi più popolari dell’ultimo decennio in Italia. Il 43enne è legato sentimentalmente a Maria Di Donna (in arte Meg), ex componente dei 99 Posse. Tuttavia, anche se insieme da diverso tempo, i due non sono sposati. Su eventuali figli dello scrittore, invece, nessuna conferma e nessuna smentita.

L’autore partenopeo, sotto scorta dal 2006 ovvero, dalla pubblicazione del libro Gomorra, vive in America, a New York. La decisione della scorta venne presa dall’allora Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, a seguito delle reiterate intimidazioni e minacce indirizzate allo scrittore dopo l’uscita del romanzo.

Prima e dopo Gomorra

Saviano si laurea in Filosofia, all’università di Napoli mentre collabora con il Corriere della Sera. Nel 2006 pubblica il romanzo-inchiesta Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, dove racconta, in prima persona, la camorra e tutto quello che la circonda. Il libro, riscuote un enorme successo sia in Italia che all’estero e si aggiudica diversi premi letterari. Al libro di Saviano si ispira l’omonima pellicola di Garrone (2008).

Dopo Gomorra, l’autore pubblica altre opere sul filo conduttore di temi come camorra, adolescenti assoldati come vedette e narcotraffico: l contrario della morte. Ritorno da Kabul (2007); La bellezza e l’inferno (2009); La parola contro la camorra (2010);Vieni via con me (2011); l’e-book Supersantos (2011), Zerozerozero (2013). Nel 2011, invece, Saviano si cimenta alla conduzione del programma Quello che (non ho) con Fabio Fazio e l’anno seguente, sempre con Fazio, per il programma Che tempo che fa del lunedì.

Le minacce e il programma di protezione

Le prime minacce per lo scrittore arrivano dopo l’uscita del libro-inchiesta Gomorra. Le intimidazioni provengono dai cartelli camorristici del clan dei Casalesi di cui Saviano denunciò in piazza gli illeciti in occasione della manifestazione per la legalità a Casal Di Principe.

Dopo una lunga serie di telefonate e lettere minatorie e la soffiata su un presunto attentato in pieno stile “strage di Capaci” che decretava la condanna a morte per lo scrittore partenopeo, nell’ottobre del 2008 Saviano decide di lasciare l’Italia.

Una nuova vita a New York

Lo scrittore comprende gli elevati rischi a cui era continuamente esposte e decide di trasferirsi in America, seppur a malincuore, quella era per l’unica via possibile per restare in vita e lo spiega così:

«Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido – oltre che indecente – rinunciare a sé stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo».

Le vicende giudiziarie

Personaggio discusso tra vicende giudiziarie con le accuse di plagio di alcune parti del libro e per quelle per diffamazione. In quest’ultima categoria rientra il rinvio a giudizio per Saviano con l’accusa di diffamazione per aver definito “bastar**” in diretta tv, la leader di Fratelli d’Italia, attuale premier, Giorgia Meloni.