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Chi è Patrick Zaki, lo studente condannato a tre anni in Egitto?

Condannato a tre anni di carcere per “diffusione di notizie false” di articoli pubblicati sui social. È questa la sentenza per l’attivista Patrick Zaki con cui si chiude l’udienza di oggi a Mansura, in Egitto. Una lunga serie di rinvii, poi la decisione definitiva. La notizia arriva da uno dei quatto legali del ragazzo, secondo il quale: “Zaki tornerà in carcere per tutto il tempo della procedura necessaria a fare appello al governatore militare chiedendo l’annullamento della sentenza o il rifacimento del processo“.

Un fulmine a ciel sereno per l’attivista che dopo i primi due anni di custodia cautelare in prigione, Zaki era a piede libero dal dicembre 2021, e fino alla sentenza di oggi, quando, dopo la condanna è stato portato via in manette attraverso il passaggio per gli imputati, tra le grida dei familiari. La madre e la fidanzata dello studente egiziano dell’Università di Bologna attendevano l’esito dell’udienza all’esterno.

Altri 14 mesi di carcere

Hazem Salah, uno dei difensori dello studente ha poi spiegato che in realtà, calcolando la custodia cautelare già scontata, al ricercatore mancherebbero ancora un anno e due mesi di carcere. Hoda Nasrallah, un altro avvocato di Zaki ha poi annunciato un ricorso contro la sentenza che condanna il suo assistito a tre anni di carcere. “Chiederemo al governatore militare di annullare la sentenza o di far rifare il processo come è avvenuto nel caso di Ahmed Samir Santawy” ha dichiarato Nasrallah all’ANSA, in occasione dell’udienza di oggi, davanti al Palazzo di Giustizia.

Nonostante le promesse degli avvocati di Zaki, la sentenza potrebbe essere inappellabile proprio in virtù delle leggi egiziane in materia di terrorismo. Nel frattempo, la sentenza, dovrà essere sottoscritta dal presidente egiziano, Al-Sisi che potrebbe decidere anche di ribaltare la sentenza e scegliere un’altra sorte per lo studente, compresa la grazia.

L’accusa e il processo

Il suo calvario giudiziario comincia nel 2020, quando impegnato a difendere i diritti umani, finisce sotto accusa a causa delle sue opinioni politiche, espresse sui social network. Nel dicembre 2021, Zaki viene scarcerato dopo quasi due anni di detenzione preventiva. Il 6 luglio 2023, discute la tesi di laurea su “giornalismo, media e impegno pubblico” in videoconferenza con l’Università di Bologna.

L’appello di Amnesty

Sull’esito della sentenza e sulla relativa condanna di Zaki non ci sta Riccardo Noury, che ha seguito dall’inizio tutta la vicenda. Così, il portavoce di Amnesty Italia pubblica un tweet: “Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere con l’accusa di diffusione di notizie false. È il peggiore degli scenari possibili“, e a Rainews.it lancia un appello chiedendo l’intervento del governo italiano per la scarcerazione.

L’arresto all’aeroporto del Cairo

La storia della detenzione di Patrick Zaki comincia in Egitto, il 7 febbraio 2020 con l’arresto all’aeroporto del Cairo. Il ragazzo è uno studente dell’Università di Bologna, e questo suscita mobilitazioni anche in Italia. La vicenda riscuote una notevole attenzione mediatica, soprattutto in Italia. 22 mesi dopo termina la detenzione dello studente. È l’8 dicembre 2021 e Patrick Zaki è libero per effetto di un’ordinanza che prevede, in ogni caso, la prosecuzione del processo.