Era stato programmato, sin dal 2016, come la vera alternativa (oltre al Tap) alle forniture di gas russo. Ma improvvisamente lo scorso dicembre il gasdotto Eastmed, da Israele al Salento, era stato considerato non più prioritario da Washington, pur essendo in piedi firme, accordi e progetti operativi. Oggi, con la crisi in Ucraina in corso e l’esigenza di un piano B per l’Europa, ecco che circola nuovamente quell’idea (e non da parte di una persona qualunque).
Chevron
La carenza di gas naturale in Europa, che ha spinto i prezzi ai massimi pluriennali, ha ravvivato i discorsi sul gasdotto EastMed, un gasdotto del Mar Mediterraneo che potrebbe trasportare gas da Israele ai clienti europei: lo ha detto l’amministratore delegato della Chevron Michael Wirth alla conferenza sull’energia CERAWeek. Wirth ha minimizzato le preoccupazioni per le forniture globali di petrolio nel mezzo della guerra Russia-Ucraina e il conseguente potenziale di crisi energetica, ma di fatto sconfessa lo stop imposto da Joe Biden che aveva bocciato le pipeline nei mesi scorsi.
Eastmed
Quasi 1500 chilometri di tubi nel bel mezzo del Mediterraneo orientale e centrale, con l’interessamento di vari paesi come Israele, Egitto, Cipro, Grecia, Italia. Punto di partenza sono le scoperte copiose di gas al largo di Israele ed Egitto. L’italiana Eni è stata la prima a individuare i giacimenti di Zohn e Nohr, considerate le scoperte più significative nel Mare Nostrum.
Il progetto
Tramite una pipeline da 600 km, il gas israeliano arriverebbe a Cipro, da lì sotto il mare per 700 km fino a Creta (dove potrebbero esserci nuove scoperte da parte di Exxon e Total già impegnate nelle indagini), prima di collegarsi alla Grecia continentale nel Peloponneso e in Italia. Il progetto, di proprietà di IGI Poseidon, è partecipato dalla greca Depa e da Edison al 50%.
Opec del gas
Nel 2020 anche l’Italia è entrata ufficialmente a far parte dell’East Mediterranean Gas Forum (EMGF), nato al Cairo con l’obiettivo di creare un dialogo strutturato e un coordinamento stabile fra i Paesi del Mediterraneo orientale, che sono a vario titolo produttori, consumatori e vie di transito per il gas naturale. In sostanza si tratta di una sorta di Opec che permetterà agli aderenti di ricavare il massimo beneficio economico dai giacimenti di gas esistenti.
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(Foto: Piattaforma on Flickr)