Si muove lo scacchiere della crisi in Ucraina: il presidente Joe Biden ha deciso per l’embargo, niente più petrolio russo in Usa, in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. A seguire anche il Regno Unito ha annunciato il proprio divieto alle importazioni di petrolio russo poco prima che Biden parlasse e in precedenza l’Unione Europea ha diffuso il proprio piano per sganciarsi dai combustibili fossili russi. Ma se Washington sa dove trovarne altro, è Bruxelles che può restare col cerino in mano.
Qui Usa
Lo scorso anno negli Usa sono arrivati circa 672.000 barili al giorno dalla Russia ovvero l′8% del totale delle importazioni statunitensi di petrolio e prodotti raffinati. Altri fornitori oltre i russi, sono canadesi, arabi, messicani: come dire che gli Stati Uniti sanno bene a chi rivolgersi per ovviare a quell’8%, tema di cui si sta discutendo in occasione della conferenza CERAWeek. Inoltre gli Usa hanno dalla loro il gnl, che già inviano copioso in Europa e nel Mediterraneo.
Qui Bruxelles
Secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen “semplicemente non possiamo fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente”. Ma dove volgere lo sguardo allora? Stati Uniti, Qatar, Norvegia, Egitto, Algeria e Azerbaigian sono i candidati maggiori, ma non si tratta di un’operazione che può essere varata in tempi brevissimi. Senza dubbio l’Europa può sopravvivere al prossimo inverno senza il gas russo, ma si apre un tema relativo ai prezzi che rimarrebbero altissimi, con conseguenze per famiglie e imprese.
Terzo incomodo
In questo pertugio potrebbe inserirsi il Venezuela, già sanzionata nel 2019 dopo che gli Stati Uniti hanno accusato Maduro di frode elettorale. Ma secondo fonti diplomatiche ci sarebbe stato un incontro ad alto livello tra funzionari americani e venezuelani a Caracas per chiedere più petrolio sul mercato.
Mercati alle stelle
Intanto i futures europei sul gas naturale sono saliti alle stelle dopo la decisione di Biden. Il Brent è salito a 137 dollari mentre il gas olandese è schizzato fino a 335 euro al megawattora, l’equivalente di circa 600 dollari al barile di petrolio. E’ l’inflazione energetica il principale problema per il vecchio continente.
@L_Argomento
(Foto: oil on Flickr)