Sta crescendo la pressione geopolitica dello scontro in Ucraina e non solo sui diretti interessati come Mosca e Kiev: vi sono anche soggetti terzi ma direttamente interessati dallo scambio di accuse tra Russia e Usa. La Germania di Olaf Scholz è nel mezzo di questa contrapposizione.
Genocidio
Quando il presidente americano Joe Biden usa il termine “genocidio” per l’invasione russa fa una scelta precisa, tanto comunicativa quanto di considerazione nel merito dello status quo. In questo senso la letta la decisione americana di incrementare ulteriormente gli aiuti militari all’Ucraina, con la possibilità che ai tank di fabbricazione sovietica possano aggiungersi anche alcuni elicotteri Mi-17 in previsione del nuovo scontro nel Donbass.
Pressioni
Secondo ministro degli Esteri Annalena Baerbock l’Ucraina ha bisogno di “altro materiale militare, in particolare armi pesanti”, ma sembra che Berlino non stia procedendo speditamente come inizialmente annunciato. Il perché è direttamente proporzionale alla crisi del gas, per via della possibile interruzione delle forniture che impatterebbe in maniera significativa soprattutto sulla Germania. Nel paese l‘inflazione vola oltre il 7%, facendo segnare il livello più alto dai tempi dell’unificazione.
Stop
Uno stop alla consegna di armi a Kiev arriva dall’ex consigliere militare della cancelliera Angela Merkel, Erich Vad, secondo cui rifornire l’Ucraina ancora rappresenta un percorso verso la terza guerra mondiale:”Se non vogliamo la terza guerra mondiale, prima o poi dovremo uscire da questa logica di escalation militare e avviare negoziati”. Al momento il governo tedesco sta riflettendo su questo aspetto, mentre invece Washington ha già deciso.
Nato
Ma pochi giorni fa è stato lo stesso presidente ucraino Volodymir Zelensky a rivolgersi direttamente ai leader di ieri di Germania e Francia, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che ha accusato di negare all’Ucraina il percorso di avvicinamento alla NATO: “Invito la signora Merkel e il signor Sarkozy a visitare Bucha e vedere cosa ha portato la politica di concessioni alla Russia in 14 anni”.
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