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Economia

Tra inflazione e post Covid, quanto riescono a risparmiare gli italiani?

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Resistere al caro prezzi e alle bollette in aumento non è facile, per questo gli italiani non riescono a risparmiare. Qual è la situazione e quali sono le possibili soluzioni? Scopriamolo guardando i numeri.

4 risparmiatori su 10 hanno dichiarato di aver cambiato le proprie idee su come risparmiare nell’ultimo anno, a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi. Un numero che può sembrare piccolo, ma che invece dice molto dei trend che si stanno vivendo in Italia per quanto riguarda l’economia delle singole famiglie. Non si riesce più a risparmiare come una volta, anzi si vanno ad intaccare anche le riserve faticosamente accumulate. Ma c’è un modo per arginare questa crisi?

Nuovi investimenti e nuova educazione

Una delle grandi novità degli ultimi anni, introdotta in Italia a gennaio 2016, è quella dei Piani Individuali di Risparmio, noti anche con l’acronimo di Pir, uno strumento di investimento che offre vantaggi fiscali e opportunità di crescita del capitale, pensato per indirizzare il risparmio verso le piccole e medie imprese, stimolando così l’intera economia nazionale. Una soluzione che è ancora poco conosciuta e che merita invece di essere analizzata. Un modo per rimettere in moto l’economia, infatti, è quello di stimolare la comunicazione e l’educazione finanziaria, offrendo così a tutti gli stessi strumenti di analisi e di comprensione.

Il risparmio in Italia e in Europa

In questa maniera si potrà dare forza un piccolo cambiamento di tendenza che si è registrato in Italia per quanto riguarda il risparmio delle famiglie. Il loro potere d’acquisto, secondo i dati dell’Istat, è aumentato di 3 punti percentuali nel primo trimestre 2023, con una propensione al risparmio che, seppure in calo in termini tendenziali, ha fatto registrare il primo aumento, confermandosi intorno al 7,6%. Numeri diversi si registrano invece in giro per l’Europa.

Qui gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2019, prima ovvero del ciclone Covid, ma ci permettono comunque di guardare ad alcune differenze: l’Italia infatti si fermava al 10%, mentre la Francia era al 14,8% e la Germania addirittura al 18%. Il tutto, come si legge in questa analisi de Il Sole 24 Ore, è riconducibile ad un’unica causa: la mancata crescita dei salari. In Italia, infatti, i prezzi continuano ad aumentare ma non si trova lo stesso trend di crescita anche negli assegni lavorativi, nei contratti e nelle pensioni. Una falla, questa, che dovrebbe essere presto rimediata. Ma il dibattito sul salario minimo e su qualsiasi manovra finanziaria sono, al momento, fermi.

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