TARI, come si risparmia su questa tassa: gli italiani risparmiano tanto

Con l’introduzione della TARI moltissime famiglie hanno speso una fortuna dietro a questa tassazione, ma da oggi le cose potrebbero cambiare.
La TARI è una tassa introdotta qualche anno fa e per molti ha avuto dei costi veramente eccessivi. Infatti, si è sempre combattuto per evitare di pagarla o comunque per ridurne il costo, ma quasi nessuno si è mai preoccupato di questo argomento. Un detto dice “Mai dire mai” e questa volta, infatti, pare che qualcosa stia cambiando. Prima di procedere con questo, vediamo di chiarire cosa si intende per TARI.
Definizione di TARi
La TARI è la tassa sui rifiuti ed è un tributo che richiede ogni singolo comune insieme all’IMU, ossia l’Imposta Unica Comunale e alla TASI, ossia il tributo per i servizi indivisibili. Queste imposte sono disciplinate dalla Legge di Stabilità datata 2014 ed è andata a sostituire il vecchio TARSU e TARES.
Stiamo parlando di contributi che ogni singolo cittadino deve versare al proprio comune. Quest’ultimo assume una società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi in relazione al proprio territorio.
L’imposta deve essere pagata da tutti i cittadini che dispongono di un’unità o di un immobile che possa produrre rifiuti e per produzione si intende produzione effettiva. A stabilire la somma della TARI sono le singole amministrazioni e soprattutto se bisogna versare la quota in un’unica soluzione o si può dividere in più soluzioni.
Da questa normativa sono esclusi tutti i locali e le aree non utilizzabili in quanto non possono essere sfruttati e in secondo luogo non possono produrre rifiuti, ovviamente. Per valutare l’inutilizzabilità sarà necessario eseguire delle verifiche in modo oggettivo. Invece, per chi possiede una seconda casa la TARI la dovrà pagare anche se non viene sfruttata per la maggior parte dell’anno.
È possibile risparmiare con la TARI?
La TARi è un’imposta talvolta gravosa per le tasche degli italiani. Tuttavia, ci sono delle agevolazioni che consentono di non pagare tale tassa o comunque di beneficiare degli sconti importanti. Nel 2014 è stata introdotta la TARI ed è andata a sostituire la Tariffa di igiene ambientale, la TARSU e la TARES.
In realtà, parliamo del principale tributo erogato per la produzione urbana e non solo dei rifiuti. Infatti, l’acronimo sta per Tassa rifiuti. Fino a qualche tempo fa, questo tributo faceva parte dell’UIC insieme alla TASI e all’IMU. Oggi invece, grazie alla nuova legge, deve essere versata da tutti coloro che detengono e possiedono un’area scoperta e un locale che possa produrre rifiuti.
Nella categoria di coloro che devono versare la TARI rientrano anche tutti quei locali all’aperto. Il Governo Draghi, nel 2022 e durante il periodo della pandemia aveva confermato la validità di alcune agevolazioni sulla TARI. Addirittura, in alcuni casi era stata persino abolita.
Dobbiamo anche sottolineare che nonostante la pandemia sia terminata, alcuni comuni hanno continuato a mantenere agevolazioni e sconti per alcune situazioni particolari. Tanti di questi sconti sono stati mantenuti e confermati anche per il 2023, ma per capire come funzionano queste agevolazioni dovremo capire prima come si determina l’importo della TARI.
Per stabilire infatti la cifra da corrispondere si deve tenere presente di una serie di fattori. Innanzitutto, il numero dei componenti di un nucleo, della quantità di rifiuti prodotta, la metratura del locale in considerazione (calcolato in mq) e il totale degli occupanti.
A questi fattori che riguardano principalmente il contribuente, c’è la parte comunale che va presa in considerazione. Infatti, la cifra globale non viene decisa a livello nazionale, ma comunale.
Quali sconti e agevolazioni chiedere per la TARI
Per molti, la TARI ha rappresentato una cifra considerevole da corrispondere al proprio comune. Probabilmente, lo è ancora. Tuttavia, ci sono dei metodi per richiedere delle agevolazioni, sconti o addirittura esenzioni.
Solitamente i comuni applicano tali agevolazioni sulle case inagibili e disabitate. Attenzione però, per disabitate non si intende la classica seconda casa la cui fruizione è periodica e per poco tempo, ma intendiamo un immobile senza allacci e arredi.
Troviamo poi sconti che riguardano:
- Edifici che vengono impiegati non a scopo abitativo;
- Persone in seria difficoltà o ingenti;
- Abitazioni al cui interno vi è un solo occupante;
- Mancato servizio.