Economia

Scontrini con costi aggiuntivi, tutto ciò è legale? Cosa dice la legge

I numerosi casi degli scontrini esagerati, contenenti costi aggiuntivi, ha destato molto scalpore. Ma tutto ciò è legale? Scopriamo cosa dice la legge in merito, così da fare chiarezza su un fenomeno sempre più in crescita!

Numerosi turisti e clienti si sono sfogati sui social per aver pagato a caro prezzo pranzi, cene, aperitivi, o semplicemente un caffè e una bottiglietta d’acqua.

Vedere sugli scontri dei costi aggiuntivi inspiegabili non è affatto una cosa piacevole, ma è quanto successo in diverse zone d’Italia. Tanti i casi segnalati, alcuni dei quali hanno destato molte polemiche. Tutto questo è legale? Scopriamo cosa dice al riguardo la legge!

Numerosi i casi narrati sui social

I casi segnalati sui social da numerosi turisti e clienti abituali di vari locali del nostro paese sono diversi. Lo sfogo degli utenti sui social network è del tutto comprensibile perché vedere sullo scontrino dei costi aggiuntivi appare come un abuso.

Proprio così, pagare in più rispetto a quanto ordinato è decisamente innaturale e a risentirne sono le tasche dei consumatori. In tutta Italia ci sono stati moltissimi casi, fra cui quello in Liguria, dove ad un cliente sono stati addebitati 2 euro in più per aver richiesto un piatto vuoto.

Ha fatto discutere anche il caso del taglio di una crepe avvenuto in un bar di Ostia, per il quale il cliente ha dovuto pagare 2 euro in più. Un caso similare è accaduto anche sul lago di Como: un turista ha pagato 2 euro per aver chiesto di tagliare il toast.

Insomma, tutto questo e molto altro è successo in questa estate, ma la domanda che sorge spontanea è la seguente: tutto ciò è legale? Gli esercenti hanno qualche diritto di chiedere un’aggiunta sul costo del servizio? Vediamo cosa dice la legge in merito.

Cosa dice al riguardo la legge

La legge stabilisce che il consumatore che desidera usufruire di qualunque servizio deve avere ben chiaro le informazioni in merito ad esso.

Per consentire al consumatore di avere ben chiaro il costo del servizio richiesto ciascun esercente deve tenere esposto un listino prezzi. In questo listino l’esercente deve anche rendere noto il costo di ulteriori servizi richiesti dal consumatore.

Questo vuol dire che se il consumatore richiede un servizio aggiuntivo deve conoscerne anticipatamente il costo. Come affermato dalla legge, è obbligatorio far conoscere il sovrapprezzo di un eventuale servizio aggiuntivo per garantire il rapporto di trasparenza.

I prezzi sono disciplinati da un apposito decreto, che prevede l’esposizione chiara e leggibile dei prezzi di qualunque servizio. Nel caso non sono resi noti nel listino prezzi, i costi di eventuali servizi aggiuntivi dovrebbero rientrare nella tariffa applicata per il coperto.

L’esercente può scegliere liberamente i prezzi

Dopo aver illustrato chiaramente cosa dice la legge riguardo ai costi aggiuntivi su vari servizi, è bene sottolineare che l’esercente può scegliere liberamente i prezzi per offrire i propri prodotti.

Infatti, il mercato libero autorizza i gestori di locali, bar, ristoranti ad apporre un prezzo stabilito secondo le proprie necessità. Dunque, questo vuol dire che non c’è un margine limite a cui attenersi e un esercente può anche chiedere 2 euro per tagliare a metà un toast.

Tuttavia, poiché la legge è chiara al riguardo, è opportuno che l’esercente metta il costo del servizio aggiuntivo sul listino prezzi esposto nel locale.

Per esempio, nel caso del cappuccino, bisogna specificare il costo della bevanda con e senza latte. In questo modo il consumatore sa che se vuole il cappuccino senza schiuma o con la schiuma pagherà un prezzo differente.

Non solo, il consumatore potrà scegliere in questo modo dove andare per bere il cappuccino al prezzo più consono alle sue esigenze.

In caso di truffa cosa può fare il consumatore

Come deve comportarsi un consumatore nel caso pensa di essere stato truffato? Gli esperti consigliano di mostrare lo scontrino al gestore, facendo presente che per legge deve tenere un listino prezzi chiaro e preciso.

Il gestore può rimborsare al cliente la cifra pagata in più, ma se ciò non succede il consumatore può denunciare l’accaduto agli enti di competenza.

In questo caso parliamo dell’Antitrust, della Guardia di Finanza, oppure ci si può rivolgere ai vigili per verificare se il gestore ha agito in modo corretto nel tenere esposto il listino prezzi.

Se non è così, per il gestore scatta una multa che va da 200 a 2milaeuro. Ovviamente, se nel listino prezzi è presente l’indicazione del sovrapprezzo, lo scontrino va pagato per intero.

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