Avete mai sentito parlare di “Putinversteher”? Si tratta di un neologismo tedesco per indicare “chi si intende con Putin”: che siano imprenditori, filosofi, politici o giornalisti.
L’elenco dei filorussi italiani arriva dagli Stati Uniti, per la precisione dalla Columbia University, dove i docenti Olga Bertelsen e Jan Goldman hanno curato lo studio “Russian Active Measures: Yesterday, Today, Tomorrow”. All’interno, un focus dedicato al nostro paese “Russian Influence on Italian Culture, Academia, and Think Tanks” firmato da Luigi Germano e Massimiliano De Pasquale.
I nostri Putinversteher
Nella lista figurano Claudio Mutti, ex attivista di estrema destra e fondatore delle Edizioni all’Insegna del Veltro; Carlo Terracciano e Maurizio Morelli, entrambi ex missini; Tiberio Graziani esperto di geopolitica; lo scrittore di origine russa Nicolai Lilin che mercoledì a “L’Aria che Tira” commentava: “Non sono filo-Putin ma filo-intelligenza, dialogo e obiettività. Stiamo andando verso un’escalation perché l’Occidente non capisce chi è Putin”.
Nell’elenco anche il filosofo Massimo Cacciari che soltanto qualche giorno fa aveva criticato la decisione dell’Università Bicocca di sospendere il corso su Dostoevskij: “una cosa dell’altro mondo. Neanche nella Germania degli anni Trenta”. Non manca il nome di Diego Fusaro che ieri su Twitter scriveva: “gli USA stanno conducendo una strategia bellica indiretta. Lo scopo? Provocare il ‘regime change’ in Russia. Per farlo, stanno usando la UE come longa manus, mandando avanti lei nel conflitto”. Fra i filorussi è citato anche Fausto Biloslavo, primo giornalista italiano a entrare nella Kabul liberata dopo l’11 settembre e attualmente inviato Mediaset in Ucraina.
La glorificazione a reti unificate di questo guitto prodotto in vitro a Hollywood. pic.twitter.com/yhrFF5LT2b
— Diego Fusaro (@DiegoFusaro) March 3, 2022
Putinversteher oltre i confini
I filorussi sono attivi anche nel partito repubblicano statunitense, guidati dall’ex presidente Donald Trump, che ha definito Putin “un genio” per le sue azioni in Ucraina. In Germania, Gerhard Schröder, oggi uno dei lobbisti più pagati al mondo, vanta una forte amicizia con il presidente russo. L’ex cancelliere non si è esplicitamente distanziato da Putin dopo l’attacco di Mosca all’Ucraina, anzi ha definito “un tintinnar di sciabole” la richiesta di Kiev di forniture di armamenti da parte della Germania.
@L_Argomento

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