Perché Hamas ha attaccato Israele? I motivi dello scoppio della guerra

Il conflitto israelo-palestinese è una delle questioni geopolitiche più complesse e durature al mondo.
Questa lotta si basa su reclami storici, identitari e territoriali che affondano le radici nel corso dei secoli.
In questo articolo, esploreremo le origini e gli sviluppi di questo conflitto, analizzando le principali tappe storiche e le questioni chiave che lo alimentano.
I motivi del conflitto Israeliano-Palestinese
La questione della Palestina è diventata particolarmente complessa a seguito dell’emergere del sionismo alla fine del XIX secolo. Il sionismo, promosso da Theodor Herzl, un ebreo austriaco, aveva l’obiettivo di stabilire uno Stato ebraico in Palestina, sebbene la regione fosse già abitata da una popolazione araba.
La Prima Guerra Mondiale e la Questione occidentale
Durante la Prima Guerra Mondiale, il Regno Unito cercò il sostegno sia degli arabi sia degli ebrei promettendo loro il riconoscimento delle loro aspirazioni di autonomia. Alla fine della guerra, la Palestina divenne un mandato britannico, un territorio amministrato dal Regno Unito sotto il mandato della Società delle Nazioni.
In questi anni, l’emigrazione ebraica in Palestina si intensificò, provocando conflitti con la popolazione araba locale. Questo periodo segnò l’inizio di una serie di tensioni che avrebbero caratterizzato la storia del conflitto.
La Shoah, la fondazione di Israele e l’esodo palestinese
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Olocausto e le sofferenze subite dagli ebrei europei rafforzarono il sostegno internazionale per un futuro Stato ebraico. In Palestina, la situazione si deteriorò ulteriormente, con scontri continui tra milizie arabe ed ebraiche.
Nel maggio 1948, il Regno Unito si ritirò dalla Palestina e David Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato di Israele. Questo atto portò all’invio di truppe da parte degli stati arabi circostanti, scatenando una guerra che portò alla fuga di circa 700.000 palestinesi dalle loro case, un evento noto come Nakba, o “catastrofe”.
Le guerre Arabo-Israeliane e la Rinascita Palestinese
Dopo il conflitto del 1948, nuove guerre scaturirono tra Israele e gli Stati arabi. La Guerra dei Sei Giorni del 1967 fu un momento cruciale in cui Israele sconfisse Egitto, Siria e Giordania, occupando parti significative dei loro territori, tra cui Gerusalemme Est e la Cisgiordania.
Da allora, sono sorti insediamenti israeliani in Cisgiordania, portando ad ulteriori tensioni tra ebrei e palestinesi. La nascita dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) guidata da Yasser Arafat segnò un cambiamento nella lotta palestinese, poiché i palestinesi cercarono di condurre direttamente la loro lotta contro Israele.
Il fallimento del Processo di Pace
Negli anni ’90, c’è stato un tentativo di raggiungere una soluzione pacifica. Il processo di pace ha portato alla rimozione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e il ritorno dei profughi palestinesi. Nonostante gli sforzi, il processo di pace è fallito, e la creazione di uno Stato palestinese rimane un obiettivo elusivo.
Il ruolo della religione
Il conflitto israelo-palestinese non è innanzitutto una guerra religiosa, ma una lotta territoriale e identitaria.
Tuttavia, le radici storiche e religiose della regione rendono la situazione ancora più complessa. Entrambe le parti cercano il sostegno internazionale per le loro cause, il che ha portato il conflitto a estendersi ben oltre i confini di Israele e dei Territori Palestinesi.