Le spese eccezionali europee per armi, dotazioni e politiche energetiche si sommano a quelle già stanziate per la pandemia, impattando sia sulle reali esigenze degli stati membri sia sui loro bilanci (presenti e futuri). Si tratta in larga misura di prestiti che andranno restituiti, per questa ragione andrà valutato con attenzione chi investirà sui cosiddetti eurobond anche se quelli che qualcuno ha ribattezzato bond di guerra non sono presenti ufficialmente nelle carte del post vertice europeo.
Qui Bruxelles
Sotto osservazione degli investitori ci sono in prima battuta l’inflazione e in seconda la decisioni della politica monetaria: è questo lo zoccolo duro da cui il mercato parte per capire come l’universo europeo si muoverà e quali scivoloni eviterà. Ma è di tutta evidenza che la guerra stia impattando anche sui conti già azzoppati dalla pandemia, al netto delle scelte dell’Ue sul Recovery Fund di cui andranno valutati gli effetti economici, in special modo su economie già finite nelle sabbie mobili del debito pubblico come l’Italia.
Sicurezza
Cosa accadrà alla crescita e come peggiorerà l’inflazione? L’incertezza sull’Ucraina ha impattato negativamente sui prezzi delle azioni, con la prima conseguenza che si è materializzata nella ricerca di rifugi cosiddetti sicuri come il dollaro e i titoli di stato statunitensi. Ma gli investimenti potrebbero essere scoraggiati da un protrarsi ulteriore non solo della guerra in Ucraina, ma anche di uno status da ‘nuova guerra fredda’ che avrebbe ricadute chirurgiche sulla sicurezza dell’intero continente europeo. Le banche centrali, dunque, sono chiamate a rialzare i tassi.
Scenari
Secondo Larry Fink di BlackRock la guerra in Ucraina ha posto fine alla globalizzazione che abbiamo vissuto negli ultimi tre decenni. Non va dimenticato che l’ondata di vendite di quest’anno ha già fatto precipitare i prezzi delle obbligazioni, mentre i rendimenti sono aumentati. Ma è guardando all’Ue che si nota come la crisi ucraina rappresenti, nei fatti, un’altra spinta per le obbligazioni congiunte su cui fino ad oggi i falchi come la Germania e l’Olanda non hanno aperto davvero una possibilità reale. Facile prevedere come il dibattito che porterà all’emissione di eurobond sarà lungo e, molto probabilmente, caratterizzato da attacchi, veti e controveti.
Euroesame di maturità
E’ realistico ritenere che, ciò che non riuscì nel 2012 in occasione della crisi dell’euro, con il solido no dell’allora ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, potrebbe riuscire oggi in occasione della tempesta perfetta: dopo il covid, ecco la guerra, la crisi energetica e la corsa al riarmo. Solo in queste difficoltà così macroscopiche, quindi, si vedrà se l’Unione Europea sarà in grado di farsi matura e diventare un player di peso.
@L_Argomento