Prende tempo Christine Lagarde e annuncia che la Bce porrà fine agli acquisti netti di obbligazioni probabilmente nel terzo trimestre del 2022. Non solo gli strascichi della pandemia, ma soprattutto la guerra in Ucraina stanno spostando un po’ più in là la normalizzazione della politica monetaria di Francoforte. Non tutti l’hanno presa bene, soprattutto i falchi tedeschi, in un momento in cui le Nazioni Unite avvertono del “grande divario finanziario” causato da Covid, debito e guerra: in arrivo più pressioni sui prezzi dei prodotti di base.
Trittico
Punto di partenza del numero uno della Bce è il trittico di strategie focalizzato attorno a flessibilità, opzionalità e gradualità, tramite i quali mantenere aperto un rialzo dei tassi di interesse nella seconda metà dell’anno. Secondo Lagarde la sequenza concordata è “prima completare gli acquisti netti di attività e qualche tempo dopo decidere l’aumento dei tassi e i successivi aumenti dei tassi”. Il suo ragionamento poggia sulla convinzione che Ue e Usa non si possono paragonare.
Ue & Usa
“Sarebbe come confrontare mele e arance, La situazione negli Stati Uniti differisce sotto molti aspetti, compreso lo sviluppo della disoccupazione e dei salari”, ha affermato. Infatti la Fed ha già alzato di 0,25 punti percentuali il tasso di interesse di riferimento mentre la Bce continua a esitare. Di peggio in Ue ci sono gli effetti della guerra, come diretta conseguenza di mutazioni di carattere commerciale e logistico. Inoltre negli Usa la campagna della Fed per aumentare i tassi di interesse, progettata per ridurre la spesa e frenare l’inflazione, rallenterà la crescita e il risultato si vedrà plasticamente anche nelle elezioni di midterm.
Scenari
Frank Riebe sull’Handelsblatt chiede a Lagarde più coraggio, convinto che l’esitazione porti ad un indebolimento della Banca Centrale. In pratica c’è spazio “per un un orientamento troppo scarso”. Quindi tutte le vere decisioni sono state rinviate al prossimo incontro in giugno: a oggi spiccano i numeri, ovvero che i tassi di riferimento della Bce sono ai minimi storici. Zero per i prestiti alle banche e meno 0,5% sui depositi.
Intanto l’euro tocca il minimo da due anni sulla scia della cautela sui tassi, proprio mentre i cittadini che lo usano stanno soffrendo non poco per un massiccio aumento di tutti i prezzi. E non andrà meglio per tutto il 2022.
@L_Argomento