Fa specie ascoltare le grida di preoccupazione del ministro dell’economia tedesco sulle prospettive del paese locomotiva d’Europa e i pochi allarmi sulla situazione italiana. Il liberale Christian Lindner è stato netto: “Potremmo avere una situazione molto preoccupante in poche settimane. C’è il rischio di una gravissima crisi economica per il forte aumento dei prezzi dell’energia, per problemi di filiera, per inflazione”.
Tra l’altro il prossimo 4 luglio, i massimi rappresentanti dei dipendenti e dei datori di lavoro tedeschi discuteranno su come tenere sotto controllo l’andamento dei prezzi.
Il ministro dell’economia Daniele Franco intervenendo al Forum di Davos ha promesso che l’Italia riuscirà a ridurre il debito anche quest’anno dopo il calo di Pil nel 2021, purché non si materializzino i “grossi rischi” legati alla guerra e ai prezzi energetici, un incognita per l’economia mondiale. Ovvero ciò che sta già accadendo.
Tra le altre cose in Italia c’è anche da gestire l’effetto della mossa di Christine Lagarde alla BCE: ovvero il combinato disposto di guerra e inflazione da un lato, e tassi di interesse dall’altro. Lo ha spiegato il Presidente della Consob Paolo Savona: “È ormai urgente definire le regole per un corretto e trasparente utilizzo delle innovazioni tecnologiche nella composizione dei portafogli mobiliari, come parte indispensabile della protezione del risparmio. Un passaggio importante è la definizione della morfologia che assumerà la moneta pubblica e se sopravvivrà una moneta privata, individuando i riflessi della scelta che verrà fatta sull’attuale sistema bancario e finanziario”.
Le banche dunque sono un altro dei temi fondamentali sul tavolo di cui il governo dovrà tenere urgentemente conto, per via dall’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato che sta facendo rivivere la crisi del debito del 2011. Il crollo dei titoli bancari italiani rimette in gioco il dibattito sulla debolezza di alcuni istituti di credito connessi ai rischi del debito sovrano.
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