La crisi economica non risparmia neanche i super eroi
Piazza del Popolo è stata invasa dalle mascotte dei personaggi più amati dei cartoni animati. La gioia di ogni bambino di vederli tutti li, insieme, si è scontrata con il dramma di chi indossava i panni del super eroe.
Con il motto “Liberate il Sorriso” oltre duecento lavoratori e artisti, hanno inscenato un flash-mob a base di musica, palloncini colorati e spettacolo per chieder chiaramente la riapertura immediata dei Parchi tematici e acquatici prima dell’1 luglio, data fissata dal governo Draghi.
All’evento, organizzato dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria, hanno partecipato tutti i protagonisti del settore, provenienti da ogni parte d’Italia: i parchi del gruppo Costa Edutainment, Leolandia, MagicLand, Mirabilandia, Zoomarine, Gardaland e molti altri ancora.i Lo scorso anno, il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 aziende italiane sono passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali. Oggi gli operatori del settore, circa 230 in totale, registrano in media una perdita tra il 70 e l’80% del fatturato.
“La nostra missione è portare divertimento e buon umore nella vita di bambini e famiglie e sappiamo farlo in assoluta sicurezza: lo abbiamo già dimostrato la scorsa estate – ha dichiarato Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG).
Ci aspettiamo dal Governo un intervento significativo con l’anticipazione delle aperture e, se non è in grado di supportarci con finanziamenti a fondo perduto, con la concessione di finanziamenti a lungo termine a tasso agevolato, come avviene anche negli altri Paesi. 100.000 lavoratori, tra occupati fissi e stagionali, diretti e dell’indotto, sono in bilico. Gli stagionali, inoltre, sono senza sussidi dal 30 aprile. Il Governo deve occuparsi anche di noi”.
Una manifestazione pacifica ma determinata per far continuare a sognare i più piccoli e soprattutto per evitare il collasso di un comparto che fino al 2019 generava un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro, quota che saliva a 2 miliardi di euro aggiungendo l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali.
La crisi economica non risparmia neanche i super eroi
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