Nessuno ci ascolta, si è lamentato Giuseppe Conte. Per questa ragione ha pensato di agitare le acque in seno alla maggioranza (non da oggi). Ma ci sarà pure un motivo se nessuno lo ascolta: delle due l’una, o premier e maggioranza sono sordi oppure i messaggi del Presidente del M5s sono deboli o pretestuosi.
Di certo il fuocherello acceso quando Draghi era impegnato al vertice Nato di Madrid non è stata una grande idea, dal momento che ha costretto l’ex numero uno della Bce a passare dal tetto europeo del gas al decalogo di proposte anacronistiche dei Cinquestelle. In passato non sembra sia mai accaduta la stessa cosa a Biden, Scholz o Macron: quella foto che lo ritrae seduto nel corridoio del museo del Prado dice tutto, anche del peso specifico politico italiano che fatica a trovare il momento giusto per fare le cose (quando non le disfa).
La risposta alle doglianze di Conte si ritrova plasticamente in come Draghi ha rintuzzato le richieste dell’ex premier su cuneo fiscale, reddito di cittadinanza, superbonus.
Quasi come fosse una mamma a cui uno dei dieci figli si rivolge per vedere riconosciuti i propri diritti nei confronti degli altri fratelli. E a quel punto la mamma elenca: il sistema di regole in piedi, cosa hanno fatto gli uni e cosa hanno fatto gli altri.
Come per dire: stop ai capricci.
@L_Argomento