Meno cautela e più coraggio: questo è chiesto alla BCE giovedì prossimo in occasione dell’importante consiglio che potrebbe decidere per nuove misure legate alla guerra e alla crisi energetica. Il rischio recessione per l’Europa si avvicina e ne va della credibilità della banca centrale, visto che occorrerà intervenire con politiche finanziarie per i paesi altamente indebitati.
Qui Roma
Servono decisioni rapide ed efficaci soprattutto riguardo a scenari rischiosi come l’Italia, per cui si potrebbe pensare ad acquisti mirati di titoli di stato: l’impatto italiano è altamente significativo sull’intero mercato dei capitali, anche perché la crisi di governo si somma ad un panorama già altamente complesso. Attenzione alle controindicazioni: in quel caso potrebbe esserci per l’Italia la possibilità di essere sottoposta ad un conseguente regime di vigilanza da parte di Francoforte, tramite il protocollo del fondo europeo di salvataggio.
Inoltre ciò che si teme, oltre alla crisi energetica, è la crisi sistemica dell’Italia, incapace di “usare” al meglio un nome internazionale come quello di Mario Draghi, per ripiombare nelle solite problematiche strutturali legate alla postura dei partiti.
Euro ko
Gli investitori nei periodi di forte incertezza si rivolgono spesso alla valuta statunitense ma non per questo vengono meno le motivazioni per essere nervosi: l’euro infatti dopo 20 anni è ormai prossimo alla parità con il dollaro mentre la sterlina tocca il minimo di due anni. Come è noto, Germania e l’Italia dipendono fortemente dal gas russo e, al di là degli sforzi per trovare strade alternative, come dimostra l’accordo di oggi tra Algeria e Italia, i mercati temono comunque il peggio. Secondo gli analisti di Nomura “se il Nord Stream 1 non riprende le operazioni, pensiamo che $ 0,90 siano una possibilità in crescita durante l’inverno, uno scenario in cui l’area dell’euro deve razionare le forniture di gas all’industria: se questa non è una crisi economica, qual è?”.
Francoforte
Da quanto trapela, giovedì prossimo la Banca centrale europea aumenterà i tassi di interesse nell’eurozona durante la riunione del consiglio direttivo, dopo che altre banche come la FED lo hanno fatto per stemperare l’inflazione. Francoforte fino ad ora ha temporeggiato per evitare che alcune economie più deboli finiscano in recessione, anticamera alla caduta della moneta unica. Ma l’euro è già molto basso, come non lo era mai stato da 20 anni: per cui le scelte della BCE sono state se non sbagliate quantomeno ritardate, visto che il risultato complessivo non è migliorato.
@L_Argomento