“Osteggiato il mio contributo”. Con queste parole Francesco Gaetano Caltagirone sbatte la porta delle Generali (in cui è presente con l’8%) e si dimette dal consiglio. La replica a stretto giro del Presidente, Gabriele Galateri: società trasparente. La prima conseguenza è quella della possibilità, per il dimissionario, di avanzare una lista alternativa a quella dell’attuale board, anche in considerazione del fatto che non ci saranno vincoli da parte della Consob sul punto. Ma restano le divergenze tra lo stesso Caltagirone, Del Vecchio, Donnet e Crt: il numero uno di Luxottica in una recente intervista aveva sottolineato che per il futuro occorrono scelte rivoluzionarie, in controtendenza rispetto al passato.
Il j’accuse dell’imprenditore romano verte il nocciolo del lavoro svolto dal board, ovvero la presentazione del piano strategico che sarebbe stato veicolato ai consiglieri solo poche ore prima della discussione. Le distanze, quindi, sono ampie così come osservato dagli stessi protagonisti negli scorsi mesi. Va valutata in questa fase anche la sensibilità degli altri grandi azionisti, i Benetton, che hanno una partecipazione del 13,9% e che si sono caratterizzati per una posizione più cauta, anche se orientati ad appoggiare Caltagirone e Del Vecchio. La partita però potrebbe sbloccarsi nell’intreccio con Mediobanca dove Del Vecchio è il primo azionista di con poco meno del 19% e Caltagirone con il 3%. Alberto Nagel, vertice di Mediobanca, si è espresso per conservare lo status quo.
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