Mafia, o nemici o complici!
Il capo della Stato commemorando Falcone non usa mezzi termini
Mafia, o nemici o complici!
“… O si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative”. Sono parole che pesano come macigni nella coscienza di tanti, troppi uomini, che spesso, con l’indifferenza o la chiara connivenza, favoriscono la cultura mafiosa.
A pronunciarle è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno della commemorazione della strage di Capaci. Rievocare la cronaca di quei ricordi drammatici è forse superfluo: sono ben pochi gli italiani che hanno dimenticato l’attentato a Giovanni Falcone per colpire il cuore dello Stato.
Un cuore che ha continuato a battere sino all’uccisione dell’altro giudice antimafia Paolo Borsellino. Ed oggi è il figlio del magistrato che, fondatore del movimento Agende Rosse, all’Adn Kronos fa considerazioni che non lasciano scampo ad alibi di sorta.
La denuncia del
figlio di Borsellino
“Non fu avvertito dell’esplosivo arrivato a Palermo per la strage -prosegue Borsellino- non venne attivato il divieto di sosta in via D’Amelio, dove pure Paolo si recava spesso a trovare nostra madre, non fu utilizzato per la sua scorta quel ‘bomb-jammer’, che pure già esisteva, che Giovanni Falcone aveva esplicitamente richiesto, e di cui fu invece dotata la macchina blindata Di Pietro, che fu pure portato in Honduras per salvargli la vita”.
Le inquietanti dichiarazioni del figlio dell’ennesimo magistrato assassinato dalla mafia tiene aperta una ferita che ancora oggi non ha trovato le risposte giuste per essere rimarginata.
E proprio la scorsa settimana il giornalista investigativo Alessandro Politi delle Iene ha realizzato un servizio che traduce nel concreto la gravità di ciò che si cela dietro l’uccisione dei due magistrati palermitani a proposito del Bomb Jammer. Un dispositivo elettronico (oggi acquistabile anche on line) che all’epoca della strage di Capaci esisteva già.
In pratica si tratta di un disturbatore di frequenze.
La conclusione appare elementare: il telecomando all’epoca utilizzato per attivare la bomba, contro Falcone prima e Borsellino poi, avrebbe funzionato se sulle auto e dei magistrati o su quelle della scorta fosse stato installato quel dispositivo antibomba?
Il sangue dei magistrati, dei loro famigliari e degli uomini della scorta sarebbe stato versato come invece accadde nel 1992?
Mafia, o nemici o complici!
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