Brunetta: riformare lo stato, assunzioni per 5 anni

Un programma ambizioso per il ministro della Pubblica Amministrazione

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Brunetta: riformare lo stato, assunzioni per 5 anni
Brunetta è tornato Brunetta. Un turbo, comunque la si pensi.
Un turbinio di attività, di iniziative che squadernano una agenda protesa all’infinito. E con una sensibilità rinnovata. “La penso come il capo dello Stato. Se vogliamo cogliere l’opportunità della crisi per andare oltre, bisogna mettere al centro i volti della Repubblica. Che sono i medici, gli infermieri, gli insegnanti e le forze dell’ordine.

Tutti insieme rappresentano oltre due terzi dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici, cui vanno aggiunti i cosiddetti burocrati, da non confondere con la cattiva burocrazia.

È il capitale umano da cui ripartire valorizzandolo, restituendogli orgoglio, autorevolezza, dignità. Non possiamo parlare di ‘medici eroi’ senza dare loro il giusto riconoscimento economico. O far tornare i giovani dall’estero senza premiare il merito”. Lo afferma Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione in una intervista a La Stampa.

E a 13 anni dalla sua guerra sempre da ministro ai cattivi dipendenti pubblici definiti “fannulloni” sottolinea: “Le considero due facce della stessa medaglia.

Ai tempi del governo Berlusconi feci una dura battaglia per mettere la PA al servizio dei 60 milioni di italiani e non viceversa, avendo dalla mia parte la stragrande maggioranza dei cittadini e contro un certo numero di benpensanti conservatori tanto a destra quanto a sinistra.

Ripeto: rifarei tutto”. Ma, sottolinea, la crisi finanziaria di quell’epoca “ci costrinse a bloccare il rinnovo dei contratti. Quella riforma non ebbe il carburante economico. Come avere una bellissima automobile senza poi i soldi per la benzina” e “oggi le abbiamo.

E con onestà devo riconoscere che il merito è dei precedenti governi, i quali hanno ‘appostato’le somme necessarie. La mia prima decisione da ministro è stata di riprendere il negoziato sindacale per il nuovo contratto del pubblico impiego.

E subito abbiamo siglato un Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, “il Patto del 10 marzo scorso vuole metterci nella condizione di incassare e poi di spendere i quasi 200 miliardi del Recovery Fund. Occorre un grande processo di semplificazione delle norme burocratiche e di reclutamento del capitale umano necessario per rinnovare le competenze di una PA che, nell’ultimo decennio, è stata desertificata dal blocco del turnover e dai pensionamenti.

Abbiamo bisogno di procedure semplici e di figure professionali adatte: ingegneri, informatici, economisti, manager”. Quanta gente pensate di assumere per dare corso al Recovery? “Dare numeri adesso non sarebbe serio. Prenderemo tutti quelli che saranno necessari, né di più né di meno”. Con contratti a termine? “Sì, ma di cinque anni e finanziati dagli stessi progetti che si andranno a realizzare.

Per il reclutamento sto allestendo un portale fortemente innovativo, procederemo con grande velocità e trasparenza. È di due giorni fa una piccola ma significativa rivoluzione: nei concorsi pubblici basta carta e penna, saranno digitalizzati dall’inizio alla fine.

Parallelamente è in preparazione un decreto di accompagnamento e anticipazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ne stiamo ragionando col presidente Draghi”, “l’idea è di mettere in campo il prima possibile alcune riforme necessarie per accompagnare e implementare i progetti finanziati dall’Europa.

Non puoi puntare alla transizione digitale e ambientale se non intervieni prima su semplificazione, reclutamento e governance.

È ciò che intendiamo fare a strettissimo giro rilanciando la macchina pubblica”.

Brunetta: riformare lo stato, assunzioni per 5 anni

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