
C’è il rischio che la Lega si sfili dal governo. Lavoriamo (al Centro) per impedirlo. Parla Rosato
Il vicepresidente della Camera e coordinatore nazionale di ItaliaViva: “Solo Draghi può tenere assieme una maggioranza così eterogenea. Il Centro? Si riconoscerà per il coraggio di essere riformista. Il nostro lavoro servirà a impedire che ci sia un braccio di ferro sui numeri, tra il centrodestra e il centrosinistra. Nessuno di loro è autosufficiente”
Certo che esiste il rischio che la Lega si sfili dal governo, ammette a L’Argomento Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e coordinatore nazionale di ItaliaViva, “noi lavoriamo al centro per impedirlo”, visto che è certo che il lavoro di IV servirà ad evitare che sul Colle ci sia un braccio di ferro sui numeri, tra il centrodestra e il centrosinistra. Nessuno di loro è autosufficiente.
Mario Draghi al Colle sarebbe più un rischio o un’occasione?
Non l’affronterei così, perché l’elezione del Capo dello Stato è un momento veramente sensibile. Chi ha davvero a cuore il risultato finale, dovrà fare lo sforzo di trovare tutti i motivi di convergenza su un nome che metta assieme la maggioranza che oggi sostiene il governo. Cominciare dalla coda non è il modo migliore. Che Draghi sia una personalità di prestigio internazionale, che ha ridato centralità alla nostra politica e che ha fatto ripartire le cose che erano bloccate, questo è evidente. Quindi che possa fare sia il Premier che il Capo dello Stato io non ho dubbi.
Quale iniziativa politica occorre per risolvere questo puzzle?
Intanto diciamo che non c’è un grandissimo problema dinanzi a noi, semplicemente ogni elezione del Presidente della Repubblica da sempre è stata anticipata da un turbinio di nomi e difficoltà. Come ci insegnano le scorse elezioni, ovvero con Sergio Mattarella, negli ultimi giorni una soluzione è arrivata e in maniera anche molto autorevole. L’importante è che ci sia una regia politica: per l’elezione di Mattarella c’è stata, per la rielezione di Giorgio Napolitano regia non ci fu ma disastro ci fu.
Quale il ruolo di IV?
Penso che noi di ItaliaViva saremo determinanti in questa vicenda e sarà necessario uno sforzo in cui si mettano assieme le energie: poco protagonismo ma molto lavoro dietro le quinte. E’certo che il nostro lavoro servirà a impedire che ci sia un braccio di ferro sui numeri, tra il centrodestra e il centrosinistra. Nessuno di loro è autosufficiente.
Tra una destra sovranista e un Pd dalemiano quale sarà il peso specifico del centro?
La forza del centro sarà la proposta che riuscirà ad avanzare. La destra in questo paese non ha mai avuto coraggio di portare avanti le riforme, mentre il Pd di Enrico Letta si sta caratterizzando per schiacciarsi sulla sinistra e soprattutto sulle posizioni del M5s. Sulla giustizia corre dietro a Bonafede, sull’economia omai difende il reddito di cittadinanza come soluzione per affrontare i problemi del lavoro, sull’energia dopo il no al gas e al nucleare il Pd ha votato anche il blocco dei progetti eolici e fotovoltaici in Regione Lazio. Per cui il centro si riconoscerà per il coraggio di essere riformista. L’agenda Draghi è l’unico progetto per il paese che possa rilanciarne l’economia e il ruolo internazionale.
C’è il rischio che la Lega si sfili dal governo?
Il rischio c’è, lavoriamo per impedirlo. In questa fase così complicata per il paese dal punto di vista dell’emergenza sanitaria ma anche da quello economico c’è bisogno di un governo largo e serve che la Lega continui ad assumersi la responsabilità del governo.
Berlusconi sarà disposto a virare su un nome diverso dal suo? E con quale contropartita?
E’una domanda a cui non so rispondere. Sui nomi lasciamo trascorrere qualche giorno, si rischia di rendere il confronto più complicato del necessario.
Luciano Canfora ha parlato di cesarismo a proposito di Draghi: un’iperbole?
Se si confronta quello che c’era prima di Draghi e quello che c’è ora, ci si rende conto che è un risultato indispensabile sia sul piano dell’operatività che su quello della credibilità italiana. Il premier ha reso più autorevole l’Italia, mi sembra che basti questo per ammettere che ne valeva la pena. Aggiungo che solo Draghi può tenere assieme una maggioranza così eterogenea. Una maggioranza così ampia è quello che oggi serve al paese.
@L_Argomento
