Oggi l’Ucraina, domani Taiwan e Cipro. Il volo congiunto dei bombardieri russi e cinesi rappresenta la risposta, scomposta, alla presa di posizione di Joe Biden su un eventuale attacco di Pechino a Taiwan. Il presidente americano, per la prima volta ufficialmente, ha detto dal Giappone che gli Usa si schiererebbero militarmente a difesa di Taiwan in caso di invasione cinese. Ecco che lo schema-Ucraina torna prepotentemente anche su un altro quadrante, così come avevamo anticipato da queste colonne.
Taiwan
Oggi l’Ucraina, domani Taiwan e Cipro: questa la ragione che ha spinto l’occidente a reagire contro l’invasione russa del febbraio scorso. Un messaggio sottile, ma neanche troppo, rivolto a Cina e Turchia. Quando tutti gli analisti allertano della febbrile attività militare cinese sull’isola, mettono l’accento su un passaggio molto significativo della geopolitica asiatica, lì dove c’è già un altro fronte aperto con l’Australia e lo stretto di Malacca, che Xi vorrebbe influenzare maggiormente in quanto preziosa via di transito del commercio mondiale.
Egeo
Spostandoci nel mare nostrum, le provocazioni assurde del presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno raggiunto il culmine quando, pochi giorni fa, i suoi caccia F-16 hanno sconfinato di quasi 3 chilometri nello spazio aereo greco proprio mentre arrivava nel porto di Alexandroupolis una fregata americana. Un altro schiaffo diretto a Washington mentre è in ballo la vendita di alcuni caccia F-16 alla Turchia, dopo che Ankara è stata espulsa dal programma degli F-35 perché ha acquistato dalla Russia il sistema missilistico S-400.
Nel mezzo, il no di Erdogan all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia e il suo appoggio sotterraneo a Vladimir Putin, ragione per cui non è credibile il suo status di mediatore ad un eventuale tavolo diplomatico tra Mosca e Kiev.
Israele
Biden ha deciso di mantenere il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche iraniane nella black list dei terroristi, cosa che avrebbe comunicato telefonicamente al primo ministro israeliano Naftali Bennett. Non sembra esserci spazio quindi per alcuna concessione iraniane nell’ambito dell’accordo sul nucleare: mossa che, inoltre, riavvicina Usa e Israele in un momento in cui Erdogan sta provando a riallacciare i suoi rapporti con Tel Aviv in chiave energetica.
@L_Argomento