Silvio Berlusconi è stato candidato al Quirinale da tutto il centrodestra e sta riflettendo. Ogni altra informazione è millantato credito da parte di chi la fornisce. Questi i punti fissi nella partita per il Colle messi dall’on. Gianfranco Rotondi (Forza Italia) autore de “La variante Dc” da poco in libreria, in giorni caratterizzati da moltissime ricostruzioni circa il presunto passo indietro del Cavaliere e, al contempo, del piano B annunciato da Matteo Salvini.
Onorevole, Silvio Berlusconi al Colle: il cavaliere ci crede. Anche i suoi alleati?
I giornali escono ogni giorno, quello on line addirittura a tutte le ore, ma non ci sono notizie tutti giorni e a tutte le ore. Siamo fermi alla notizia precedente: Silvio Berlusconi è stato candidato al Quirinale da tutto il centrodestra e sta riflettendo. Ogni altra informazione è millantato credito da parte di chi la fornisce.
Non sarà che punta al Quirinale, sapendo di essere un nome divisivo, per poi ottenere almeno di essere nominato senatore a vita?
Berlusconi non si è neppure candidato al Quirinale, figuriamoci a senatore a vita, carica peraltro indisponibile perché Mattarella ha nominato tutti i senatori previsti dalla Costituzione.
Rispetto a sette anni fa manca un kingmaker per l’elezione del Presidente: partiti più deboli o leaders che si sono sostituiti ai partiti e li hanno fagocitati?
Sono cambiati i numeri in parlamento, è tutto è diverso. Quanto al kingmaker, c’è quello dell’altra volta che si offre volontario: Matteo Renzi.
Il governatore ligure, Giovanno Toti, ha detto che attorno a Berlusconi c’è un circo equestre: che ne pensa?
Da bambino amavo il circo, da grande ci ho portato le mie figlie, ora da un po’ on lo frequento. Quella circense è una grande scuola, si pensi alla massima resiliente per cui lo spettacolo deve sempre continuare.
Molti analisti hanno sostenuto che Draghi premier ha significato una sconfitta della politica. Dal momento che è già accaduto in passato sempre con altri due banchieri (Ciampi e Monti) questa volta si rischia di farci l’abitudine?
Farei una distinzione tra Ciampi e Monti: il primo – come Draghi – proveniva da quella straordinaria fucina di classe dirigente che è Bankitalia. Il secondo era un editorialista del Corriere della Sera.
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