Allarme fame nel mondo: per la FAO gli algoritmi finanziari minacciano l’accesso al cibo

Nell’era della globalizzazione e della finanza speculativa, anche il prezzo del cibo è diventato ostaggio della volatilità dei mercati, oscilla come il valore di un’azione in borsa. È l’allarme lanciato dal vicedirettore generale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
Ogni giorno si acquistano e vendono milioni di tonnellate di materie prime alimentari che nessuno consumerà mai realmente. Questa la si può considerare una distorsione del sistema che minaccia la sicurezza alimentare globale.
I prezzi agricoli sono in costante crescita, raggiungendo livelli record, mentre aumentano fame e malnutrizione nel mondo. Certamente l’espansione della domanda legata alla crescita demografica ha influito, ma anche la speculazione sembra giocare un ruolo chiave.
I prezzi di grano, zucchero e carne oscillano ormai come quelli delle azioni in borsa.
Anche le variazioni di prezzo sono fisiologiche per la stagionalità dei raccolti e le condizioni meteo, l’eccessiva oscillazione dei listini alimentari è fonte di allarme.
Il cibo non può essere considerata una cosa come tutte le altre, visto che a tutti gli effetti rappresenta un diritto universale.
Per questo motivo, così come ha dichiarato il vice direttore generale della FAO serve maggiore controllo sui mercati agricoli, per evitare che la finanza speculativa metta a rischio la sicurezza alimentare globale.
L’accesso al cibo non può dipendere dal comportamento imprevedibile di un algoritmo.
Inoltre è inutile negare che attorno all’andamento del costo degli alimenti si è creato un colossale giro di scommesse.
Questa è una cosa che fa riflettere perché non si tratta di semplici scommesse non sportive che fanno parte delle scommesse speciali, sulle quali si può puntare, consultando una piattaforma dove ci sono elencati i migliori siti per le scommesse su eventi non sportivi.
Ma come si è arrivati a questa situazione?
Nell’era della finanza globale, anche il costo del cibo può fluttuare in modo imprevedibile come il valore di un’azione in borsa. Lo denuncia la vicepresidente della FAO, l’agenzia ONU per l’alimentazione.
I listini delle materie prime agricole risentono di molteplici fattori: eventi meteo, costi energetici, domanda e offerta. Secondo Maurizio Martina, ex segretario ad e ministro dell’agricoltura, nominato vicepresidente generale FAO nel 2021,
ormai la speculazione sul cibo ha raggiunto volumi ingestibili: algoritmi muovono ‘denaro su denaro’ tramite contratti fittizi, le cui oscillazioni influenzano i prezzi effettivi pagati da produttori e consumatori.
Sembra strano ma i futures sono diventati ‘veleno’, causa stessa di volatilità. Mentre milioni di persone soffrono per la fame, la finanza scommette compulsivamente su tonnellate di grano e carne in modo assurdo.
Alcuni addetti ai lavori pensano che gli speculatori si muovano ancora seguendo l’andamento reale. Ma il rischio di distorsioni e contraccolpi concreti è evidente. Le aspettative su futuri rialzi, ad esempio, possono spingere a immagazzinare merce, riducendo l’offerta e alzando i prezzi.
Per la vicepresidente FAO è tempo di limitare la speculazione sul cibo, riportandola alla funzione originaria di copertura dai rischi.
Serve un ripensamento profondo: l’accesso al cibo non può dipendere dall’algoritmo di un trader alla ricerca del profitto facile. La finanza deve tornare a misura d’uomo, soprattutto quando si parla di nutrire il pianeta.