Please wait..
stylife

Accadde oggi: Il 12 luglio 1963 nasceva il marchio DOC, sinonimo di pregio e qualità dei vini

La denominazione DOC fu introdotta 60 anni fa, per proteggere il Made in Italy del vino e contrastare le imitazioni

Accadde oggi, 12 luglio 1963: in questo giorno di 60 anni fa il mondo dell’enologia conosceva la denominazione DOC, acronimo di Denominazione di Origine Controllata, un riconoscimento ai prodotti della buona tavola che si distinguono per bontà e pregio. La certificazione fu introdotta nella legislazione del nostro Paese con decreto del Presidente della Repubblica n. 930, ma il merito di tale invenzione va a un avvocato romano e funzionario del Ministero delle politiche agricole.

Erano gli anni Cinquanta quando il funzionario sopracitato pensò di difendere l’identità dei vini con alle spalle una tradizione e delle caratteristiche inimitabili, attraverso un riconoscimento importante come appunto il marchio DOC. Da allora questo sigillo non smette di certificare la qualità, nonché la filiera tutta italiana, di un prodotto enogastronomico che accompagna i pasti. Ma vediamo di conoscere di più su questo anniversario così importante per tutti i buongustai.

Il marchio DOC e l’iter per il suo riconoscimento

L’appuntamento con la storia oggi riguarda un anniversario che attinge dal mondo dell’enologia e dei piaceri della buona tavola: stiamo parlando della nascita del marchio DOC, introdotto nella Legge italiana il 12 luglio 1963. Sono passati sessant’anni da quando i vini tipici regionali, nonché quelli garantiti da alti standard di qualità, ottenevano un riconoscimento che certificava la loro unicità.

Da quel momento tutti i vini del panorama nazionale, che vantano un patrimonio di storia e cultura, devono essere sottoposti a esami molto rigidi. Prima della messa in commercio, infatti, i prodotti enologici – stando all’iter previsto per la DOC – devono superare la prova chimico fisica, a cui segue l’esame per il possesso dei requisiti di qualità e delle caratteristiche organolettiche. Se le suddette prove vengono superate, alla presenza di un organo regionale competente, viene inviata richiesta al ministero delle politiche agricole e forestali, che a prova superata provvede a pubblicare sulla gazzetta ufficiale il riconoscimento DOC tanto atteso.

Il marchio che oggi compie 60 anni di vita, va inteso come una sorta di carta d’identità del vino, in quanto in esso sono racchiusi i requisiti di conformità del prodotto al disciplinare europeo. Tra le informazioni che il marchio DOC comprende vi sono la zona di produzione, le caratteristiche del territorio e la gradazione alcolica, solo per citarne alcune.

Differenze fra DOC e DOCG

Nel 1992 un nuovo prestigioso riconoscimento entrava nel mondo dell’enologia: stiamo parlando della denominazione DOCG, acronimo di Dominazione di Origine Controllata e Garantita. Il suddetto marchio, oltre a riconoscere una provenienza tutta italiana del prodotto, nonché una filiera vocata alla produzione di qualità e ai procedimenti tradizionali, garantiva la territorialità di un vino.

Ne sono esempio alcuni tra i più pregiati vini nazionali, come il Barolo, così chiamato perché prodotto esclusivamente entro i confini della provincia di Cuneo, oppure il Valdobbiadene, la cui produzione è strettamente legata al comune veneto di Conegliano. L’avvento di riconoscimenti così importanti nel mondo del vino, come Doc e Docg, ha contribuito alla nascita di fenomeni molto interessanti, come l’enoturismo, che coinvolge una nicchia di appassionati alla scoperta dei territori dove si produce il nettare di Bacco.

 

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button

Advertisement

Bot