Il viaggio politico di Salvatore Cuffalo: dalla carriera senatoriale alla Sicilia, passando per scandali e dimissioni

Chi è Salvatore Cuffaro? Un’ombra inquietante sulla Sicilia
Notizie inaspettate. Proprio mentre gli interrogatori preliminari iniziano a svolgersi, e un coro di voci si leva a Palermo, con lo slogan provocatorio “Decuffarizzare la Sicilia”, emergono dettagli scottanti. L’inchiesta che investe la gestione degli appalti e il sistema sanitario dell’isola ha condotto a un sequestro di ben 80mila euro in contante, rinvenuti tra le proprietà di Cuffaro durante le operazioni dei carabinieri.
Chi è l’ex Senatore noto come “Totò”?
Salvatore “Totò” Cuffaro è legato in matrimonio a Giacoma Chiarelli, una figura che incarna tanto il mondo medico quanto quello agricolo. Insieme hanno generato due figli. Nella sua veste professionale, Cuffaro dirige l’azienda agricola Tenuta Cuffaro, situata a San Michele di Ganzaria; al contempo, offre il suo tempo come medico volontario per l’associazione Aiutiamo il Burundi. Politicamente attivo, riveste il ruolo di commissario regionale della Democrazia Cristiana in Sicilia e da quattro anni è membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino.
Le gravi accuse contro Salvatore Cuffaro
L’ex presidente della Regione Siciliana non è solo nel mirino della giustizia: insieme ad altri diciassette indagati – tra cui Saverio Romano, ex ministro e attuale deputato di Noi Moderati – è accusato di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Per tutti loro, la Procura ha avanzato richieste di arresti domiciliari. Si profila un presunto circuito affaristico basato su appalti pilotati nel settore sanitario e assunzioni strategiche.
I 80mila euro sequestrati erano custoditi in diverse casseforti, sia nella residenza palermitana di Cuffaro sia nella sua tenuta catanese. Gli avvocati dell’ex governatore, Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, sostengono che solo circa 30mila euro siano riconducibili a vendite documentate di prodotti agricoli; il resto sarebbe composto da banconote obsolete e inservibili. Secondo loro, tali somme non presenterebbero alcun legame con le contestazioni mosse dall’indagine.
Interrogatori: svelamenti e nuove rivelazioni
Nel frattempo, gli interrogatori dinanzi al gip di Palermo, Carmen Salustro, sono cominciati. Ieri ha deposto Vito Fazzino, commissario responsabile dell’appalto per i servizi ausiliari e reception dell’Asp di Siracusa. Secondo l’accusa, l’appalto sarebbe stato attribuito illecitamente alla Dussmann Service srl attraverso manovre fraudolente che avrebbero avvantaggiato anche Euroservice srl, compagnia subappaltatrice collegata a Sergio Mazzola e sponsorizzata da Saverio Romano.
L’indagine ha gettato nuova luce sul ruolo di Fazzino: pare abbia ammesso di aver falsificato documenti sotto pressione. La richiesta di arresto nei suoi confronti è stata quindi revocata. Dichiarazioni significative sono arrivate da Giuseppa Di Mauro, presidente della commissione d’appalto; avrebbe confermato che il rinvio dell’assegnazione fu frutto delle pressioni dirette del direttore generale dell’Asp Alessandro Maria Caltagirone, designato da Romano.
Le prove raccolte suggeriscono che i punteggi delle aziende partecipanti siano stati alterati. Ferdinando Aiello, consulente sospettato di mediare tra l’impresa e l’Asp, così come Marco Dammone e Mauro Marchese della Dussmann negano ogni accusa. Altri interrogatori sono previsti nelle prossime ore; per tutti gli indagati – tranne Fazzino – rimane in piedi la richiesta d’arresto; una decisione del gip è attesa nei giorni seguenti. L’interrogatorio di Cuffaro è fissato per venerdì.
Una Sicilia libera: la ricerca della verità
Non solo notizie giuridiche: ieri si è svolto un sit-in davanti a Palazzo d’Orleans a Palermo. Un centinaio di manifestanti provenienti dall’area progressista hanno esposto striscioni con richieste chiare: “Decuffarizziamo la Sicilia” e dimissioni del governatore Renato Schifani. Pierpaolo Montalto, segretario regionale di Sinistra Italiana, ha denunciato come il governo regionale stia soffocando la democrazia locale e ha esortato a non addossare tutte le colpe su Cuffaro.
Il giorno precedente, Schifani aveva già revocato gli incarichi a due assessori regionali appartenenti alla Dc – Nuccia Albano e Andrea Messina – ma secondo Anthony Barbagallo del Pd regionale questa mossa appare insufficiente: per lui il governo ha perso credibilità ed è imperativo che Schifani si dimetta. Anche Ismaele La Vardera, leader del movimento Controcorrente, ha sottolineato come i problemi affondino sempre le radici nelle figure apicali.
La lotta per la verità continua. Un invito alla riflessione: quali strade percorreremo per garantire un futuro migliore alla Sicilia?
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