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Soldato Israeliano Ucciso a Gaza: Netanyahu Ordina Attacchi “Potenti”

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Israele e Hamas si incolpano reciprocamente per la violazione del cessate il fuoco appena raggiunto tre settimane fa.

Tensioni in Crescita tra Israele e Hamas

Il cessate il fuoco mediato recentemente da Donald Trump tra Israele e Hamas è stato messo a dura prova. La situazione è precipitata con la morte di un soldato israeliano a Gaza, dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato nuovi attacchi aerei nella regione.

Le esplosioni e gli spari riportati nei pressi di Gaza City e Deir al Balah sono stati documentati da testimoni, tra cui un giornalista dell’Associated Press e funzionari sanitari. Netanyahu ha dato disposizione per attacchi “potenti”, a seguito di accuse secondo cui Hamas avrebbe attaccato le forze israeliane nel sud della Striscia di Gaza. In risposta, Hamas ha negato ogni coinvolgimento, ribadendo l’impegno a rispettare il cessate il fuoco sostenuto dagli Stati Uniti.

Reazioni e Dichiarazioni degli Ufficiali

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha inoltre accusato Hamas di violare l’accordo di cessate il fuoco rifiutandosi di restituire i resti di un ostaggio israeliano che era stato localizzato. L’ufficio del primo ministro ha annunciato in una dichiarazione ufficiale che, a seguito di consultazioni sulla sicurezza, le operazioni militari sarebbero state immediatamente intensificate. Commentando la situazione, il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance ha riconosciuto la possibilità di scontri minori, ma ha espresso fiducia nel fatto che l’accordo di pace negoziato dall’amministrazione statunitense sarebbe stato rispettato.

Inoltre, Hamas ha annunciato il rinvio della consegna dei resti di un ostaggio previsto, accusando Israele di aver violato l’accordo di cessate il fuoco. Ulteriori tensioni sono sorte nella zona di Rafah, dove funzionari militari israeliani hanno riferito che le forze israeliane sono state bersagliate da colpi di arma da fuoco e hanno risposto al fuoco.

Un ufficiale israeliano ha informato il corrispondente di Sky News Middle East Adam Parsons che Hamas aveva attaccato le forze all’interno del territorio controllato da Israele, rivelando la sua vera natura e costituendo una chiara violazione dell’accordo di cessate il fuoco.

La Fragilità della Pace e le Accuse della Comunità Internazionale

Sfruttando il canale Telegram, Hamas ha emesso un avvertimento riguardo qualsiasi escalation di attacchi da parte di Israele, affermando che ciò complicherebbe le operazioni di ricerca e recupero, oltre a ritardare il rimpatrio dei corpi dei soldati israeliani. Si stima che ci siano ancora 13 corpi di ostaggi a Gaza.

Nel dialogo con Sky News, il portavoce del governo israeliano David Mencer ha sottolineato che il primo punto dell’accordo prevedeva il ritorno di tutti gli ostaggi israeliani il primo giorno, cosa che non è avvenuta, mentre denunciava il fuoco di Hamas contro le truppe come violazione della tregua.

Francesca Albanese, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina, ha denunciato su Sky News l’esistenza di un “genocidio in corso” a Gaza, accusa che Israele ha sempre respinto fermamente. Albanese ha chiarito che il cessate il fuoco non riguarda solo il fermare il fuoco, ma anche il fermare il genocidio.

Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, i 20 ostaggi vivi erano stati liberati in cambio di quasi 2.000 prigionieri palestinesi, mentre il recupero delle salme delle vittime procede a rilento. Hamas ha riferito di difficoltà nel rintracciarle a causa della mancanza di attrezzature adeguate, ma recenti arrivi di macchinari pesanti dall’Egitto hanno permesso di intensificare le ricerche.