Come diventare giornalista sportivo: la guida pratica con passi concreti

Sogni di trasformare la tua passione per lo sport in una vera e propria carriera? Fantastico. Ma chiariamo subito un punto: la passione, da sola, non basta. Il percorso per diventare giornalista sportivo è fatto di dedizione, tanto studio e, soprattutto, una montagna di pratica. Non ci sono scorciatoie, ma una serie di passi concreti e facili da seguire che, se affrontati con la giusta grinta, possono davvero portarti a raccontare le partite che oggi guardi solo da tifoso.

Da tifoso a cronista: il primo passo è avere un piano

Molti cadono nell’errore di pensare che basti amare lo sport per saperlo raccontare. La realtà, però, è un’altra. Quella passione che ti tiene incollato allo schermo per una finale NBA o che ti fa analizzare per ore le tattiche di una squadra di calcio è il carburante, certo, ma ti serve anche un motore e un volante per arrivare a destinazione. E questo significa avere un piano chiaro.

Un esempio pratico? Pensa a Fabrizio Romano. Il suo successo non è piovuto dal cielo. È il risultato di anni di gavetta, di una rete di contatti costruita con pazienza e di una scelta intelligente: specializzarsi in una nicchia precisa, il calciomercato. La sua storia ci insegna una cosa fondamentale: la determinazione, abbinata a un metodo, è la vera chiave per sfondare.

Cosa ti serve davvero per iniziare

Per partire con il piede giusto, devi avere ben chiari i pilastri su cui poggia questa professione. Non si tratta solo di saper scrivere bene o di avere la parlantina sciolta davanti a un microfono. È un mix di competenze che devi iniziare a coltivare da subito, passo dopo passo.

  • Una formazione solida: la passione è il punto di partenza, ma senza una preparazione culturale e tecnica non vai lontano.
  • Esperienza sul campo: la famosa “gavetta” non è un cliché, ma il tuo campo di allenamento personale. È lì che impari il mestiere.
  • Curiosità senza fine: un buon giornalista non si accontenta mai della prima risposta. Fa sempre quella domanda in più.
  • Adattabilità: il mondo dell’informazione corre veloce. Devi essere pronto a cambiare e a imparare cose nuove, sempre.

In Italia, il percorso accademico ha un peso notevole. Dati recenti mostrano che circa il 70% dei giornalisti professionisti ha una laurea, spesso in comunicazione, lettere o discipline simili. E non sottovalutare le lingue: l’inglese, in particolare, è dato quasi per scontato, anche se solo la metà dei professionisti lo padroneggia a un livello avanzato.

Un buon giornalista sportivo non è un tifoso con una penna in mano. È un professionista che analizza, verifica le fonti e racconta storie con oggettività, competenza e un pizzico di emozione, senza mai dimenticare l’etica.

Un consiglio spassionato? Inizia a costruire il tuo portfolio da oggi. Non aspettare il lavoro dei sogni. Scrivi, scrivi e scrivi ancora. Analizza le partite del weekend, studia le tattiche, ipotizza le formazioni. Per farti un’idea, potresti dare un’occhiata a come si imposta un pezzo pre-partita leggendo un’analisi su Fiorentina-Como. Ogni articolo, anche se non verrà pubblicato, è un allenamento prezioso.

Per darti una visione d’insieme, ho preparato una tabella che riassume i concetti chiave da tenere a mente fin dall’inizio.

Pilastri fondamentali per l’aspirante giornalista sportivo

Questa tabella sintetizza i requisiti essenziali che ogni aspirante giornalista sportivo deve considerare fin dall’inizio del proprio percorso.

Pilastro Descrizione breve Perché è cruciale
Formazione Accademica Laurea in comunicazione, lettere o giurisprudenza. Master e scuole di giornalismo. Fornisce le basi teoriche, la capacità critica e la credibilità necessarie per entrare nel settore.
Competenze Tecniche Scrittura, public speaking, SEO, uso di social media, montaggio audio/video base. Il giornalismo oggi è multicanale. Saper gestire diversi formati ti rende più competitivo.
Cultura Sportiva Conoscenza approfondita di uno o più sport, incluse regole, storia e statistiche. È il tuo pane quotidiano. Senza una conoscenza enciclopedica, il tuo racconto sarà superficiale.
Gavetta e Pratica Collaborazioni con testate locali, blog, radio universitarie, stage. È l’unico modo per imparare il mestiere sul campo, fare errori e costruire un portfolio reale.
Networking Costruire e mantenere una rete di contatti con colleghi, atleti, dirigenti e addetti stampa. Le fonti sono tutto. Un buon network ti apre porte e ti dà accesso a notizie esclusive.

Considera questi punti non come una lista di compiti, ma come la tua mappa personale per orientarti in questo mondo affascinante e competitivo.

Costruire le fondamenta: il percorso formativo ideale

La passione per lo sport è il motore, certo. Ma per trasformarla in una carriera serve una macchina solida, ben costruita. Mettere le fondamenta giuste con il percorso formativo più adatto è il primo, vero passo per capire come diventare giornalista sportivo. Non pensare che esista una strada unica e obbligata; ci sono diverse opzioni, e la cosa bella è che puoi adattarle alle tue ambizioni.

Tanti sono convinti che per parlare di sport basti conoscerlo a menadito. Sbagliato. Serve molto di più: una padronanza impeccabile della lingua italiana, la capacità di costruire un racconto che tenga incollato il lettore e una comprensione solida delle regole. Non solo quelle del gioco, ma anche quelle legali ed etiche che governano il mondo dell’informazione.

Il bivio universitario: lauree umanistiche o scuole specifiche?

La scelta più classica per chi inizia è l’università. Una laurea triennale ti dà una cultura generale robusta, un metodo di studio e una maturità che, credimi, ti torneranno utilissime. Ma quale facoltà scegliere?

Le strade più battute sono queste:

  • Scienze della Comunicazione: Forse il percorso più diretto. Qui si studiano storia dei media, teorie della comunicazione e tecniche di giornalismo, spesso con laboratori pratici di scrittura e produzione multimediale.
  • Lettere Moderne: Un’alternativa eccellente se il tuo obiettivo è affinare la penna. Ti darà una padronanza della lingua e una capacità di analisi critica dei testi che pochi altri corsi possono eguagliare.
  • Giurisprudenza o Scienze Politiche: Scelte meno convenzionali, ma incredibilmente utili. Forniscono una comprensione profonda delle dinamiche istituzionali dello sport e del diritto dell’informazione, competenze sempre più richieste, specie se ti interessano il calciomercato o la politica sportiva.

Qualunque sia la tua scelta, il vero segreto è non limitarsi a dare esami. Gli anni dell’università sono un’occasione d’oro per fare pratica a “basso rischio”.

Il tuo percorso formativo non è solo un pezzo di carta da incorniciare. È un campo di allenamento dove puoi sperimentare, sbagliare e crescere. Le competenze che costruisci adesso saranno le fondamenta della tua carriera.

Sfruttare al massimo gli anni di studio

Non aspettare la laurea per iniziare a fare il giornalista. L’università offre un ecosistema perfetto per muovere i primi passi.

Esempio pratico: mettiamo che tu sia uno studente di Scienze della Comunicazione a Bologna. Potresti proporti alla redazione di Radio Città del Capo, la radio dell’ateneo, per condurre un piccolo spazio sul basket locale. All’inizio sarà solo una passione, ma ti permetterà di imparare a gestire una diretta, fare interviste e creare una tua piccola rete di contatti.

Ecco qualche passo concreto per trasformare subito la teoria in pratica:

  • Collabora con i media universitari: Quasi ogni ateneo ha una radio, un giornale o una web TV. Sono palestre perfette per imparare le basi senza la pressione di una redazione vera.
  • Apri un blog sportivo con i tuoi colleghi: Usa una piattaforma gratuita come WordPress o Medium per creare il tuo spazio. Potreste dividervi i compiti: chi segue la Serie A, chi la Premier League, chi gli sport minori. Sarà il tuo primo portfolio.
  • Segui corsi extra: Molte università offrono corsi di dizione, public speaking o scrittura creativa. Sono quelle abilità che, alla fine, fanno un’enorme differenza.

Le scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine

Dopo la laurea, una delle strade maestre è frequentare una delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti. Questi percorsi biennali, a numero chiuso e molto selettivi, offrono un vantaggio non da poco: al termine dei due anni, si accede direttamente all’esame di Stato per diventare giornalista professionista, saltando i 18 mesi di praticantato.

Scuole come quella di Perugia o la “Walter Tobagi” di Milano simulano in tutto e per tutto il lavoro di una redazione. Impari a scrivere sotto pressione, a verificare le fonti, a montare un servizio video e a gestire la presenza sui social. È un percorso intenso, spesso costoso, ma rappresenta la via più strutturata per entrare nel settore dalla porta principale.

Dalla teoria alla pratica: la gavetta e i primi stage

Hai scelto la tua strada, hai iniziato a studiare, a riempire la testa di nozioni preziose. E adesso? Adesso arriva la parte più tosta, ma anche la più formativa: la famosa “gavetta”. Nessun grande telecronista o inviato a bordo campo è spuntato dal nulla in uno studio televisivo nazionale. Tutti, ma proprio tutti, sono partiti dal basso. Consumando le suole delle scarpe e imparando il mestiere sul campo.

Il percorso per diventare giornalista sportivo non passa solo dai libri, ma soprattutto dall’esperienza diretta. È qui che la passione si trasforma in professione. Pensa alla gavetta non come a un ostacolo, ma come il tuo personale campionato da vincere.

Trovare le prime opportunità, anche partendo da zero

La domanda sorge spontanea: “Ok, ma come inizio se nessuno mi conosce e non ho ancora il tesserino?”. La risposta è più semplice di quanto credi. Il segreto è guardare dove gli altri non guardano, iniziare dal piccolo per pensare in grande.

Invece di sognare subito la redazione di Sky Sport, concentra le tue energie su realtà più accessibili ma incredibilmente formative.

  • Passo 1: Le testate locali e provinciali. Sono sempre a caccia di contenuti e spesso non hanno le risorse per coprire ogni singolo evento sportivo del territorio. Proponiti per seguire la squadra di calcio di Promozione del tuo paese o il torneo di pallavolo giovanile. Sarà la tua porta d’ingresso.
  • Passo 2: Blog di nicchia e siti tematici. Sei un super esperto di ciclismo femminile o di football americano? Cerca online i blog di settore più seguiti e offri la tua collaborazione. Magari all’inizio non sarà un lavoro retribuito, ma ti darà visibilità e, soprattutto, articoli da mettere nel tuo portfolio.
  • Passo 3: Radio e TV locali. Spesso queste emittenti hanno spazi dedicati allo sport del territorio. Manda una mail, proponiti come opinionista o per realizzare brevi servizi video. La tenacia è tutto.

Un esempio reale? Daniele Bartocci, premiato come miglior giornalista giovane, ha iniziato esattamente così, collaborando con piccole realtà e costruendosi una credibilità pezzo dopo pezzo.

La gavetta non è un periodo di attesa, ma di pura azione. Ogni articolo che scrivi, ogni intervista che riesci a fare, anche per un piccolo giornale di provincia, è un mattone fondamentale per costruire la tua carriera.

Come proporsi per uno stage e lasciare il segno

Ottenere uno stage in una redazione sportiva è un’occasione d’oro. Ma come si fa? Mandare a raffica una mail generica a chiunque non funziona quasi mai. Devi essere strategico.

Prima di tutto, studia la testata. Leggi gli articoli, capisci lo stile, individua le rubriche che ti interessano. Solo dopo, scrivi una mail di presentazione che sia davvero tua.

Un esempio pratico di mail che funziona:

“Buongiorno Direttore [Cognome],

Mi chiamo [Tuo Nome] e seguo con grande interesse la vostra sezione sportiva. Ho apprezzato in particolare l’approfondimento sulla tattica della [Nome squadra locale], scritto da [Nome giornalista].

Sono uno studente di [Il tuo percorso di studi] con una grande passione per [Il tuo sport di riferimento] e sto cercando un’opportunità di stage per imparare il mestiere sul campo. Ho già raccolto alcuni miei pezzi su un blog personale, che può trovare qui: [Link al tuo portfolio].

Sarei entusiasta di poter dare una mano alla vostra redazione, anche solo con le rassegne stampa o la trascrizione delle interviste. Allego il mio CV e resto a sua disposizione per un colloquio.

Grazie per l’attenzione,
[Tuo Nome e Cognome]
[Tuo numero di telefono]”

Una mail così dimostra che hai fatto i compiti, sei motivato e hai già qualcosa di concreto da mostrare.

Il portfolio: il tuo biglietto da visita

Non hai bisogno del tesserino da giornalista per iniziare a costruire il tuo portfolio. Anzi, è proprio il portfolio che, un giorno, ti aiuterà a ottenerlo.

Un portfolio non è altro che una raccolta dei tuoi lavori migliori. Oggi, grazie al digitale, crearlo è semplicissimo. Ti basta aprire un blog gratuito su WordPress o un profilo su Medium. Lì puoi pubblicare le tue analisi, le cronache delle partite che segui, le interviste che riesci a fare.

Questo spazio online diventerà la tua vetrina professionale. Quando contatterai una redazione, potrai mostrare nero su bianco cosa sai fare, anziché limitarti a dirlo. Potresti, per esempio, scrivere un pezzo di approfondimento su un giovane talento, un’analisi come quella dedicata a chi è Niccolò Fortini, il giovane esterno della Fiorentina.

Questo approccio proattivo è ciò che fa la differenza. Il giornalismo sportivo in Italia è pieno di nuove leve che stanno cambiando il modo di raccontare lo sport. Nomi come Fabrizio Romano, Tommaso Turci, Marco Russo, Nicolò Schira e il già citato Daniele Bartocci sono l’esempio di come passione e competenza possano portare all’eccellenza. La strada richiede sacrificio, certo, ma chi emerge oggi è spesso chi sa unire le abilità tradizionali a un uso intelligente dei nuovi canali di comunicazione.

Sviluppare le competenze che vanno oltre la scrittura

Se pensi che per diventare giornalista sportivo basti saper scrivere la cronaca di una partita, sei rimasto fermo a vent’anni fa. Il campo di gioco, oggi, è molto più vasto e complesso. Il professionista moderno è una figura ibrida, un vero e proprio “coltellino svizzero” della comunicazione, capace di muoversi agilmente tra formati e tecnologie diversissime tra loro.

La scrittura resta il cuore pulsante del mestiere, certo, ma è solo il punto di partenza. Per emergere davvero, devi arricchire la tua cassetta degli attrezzi con una serie di abilità che ti renderanno più versatile, appetibile per le redazioni e, soprattutto, in grado di raccontare lo sport a 360 gradi.

Vediamo quali sono i passi concreti per farlo.

Parlare in pubblico e dominare il microfono

Sogni la telecronaca? Vorresti condurre un programma sportivo in radio? Allora la tua voce è uno strumento di lavoro tanto quanto la tastiera. Imparare le basi del public speaking non è un optional, è una necessità. E non si tratta solo di avere una bella voce, ma di saperla usare: modulare il tono, gestire i ritmi, mantenere sempre alta l’attenzione di chi ascolta.

Un esercizio pratico? Registra la tua telecronaca di una partita mentre la guardi in TV. Poi riascoltati con spirito critico: sei monotono? Usi troppi intercalari o pause morte? Un corso di dizione, anche online, può fare miracoli per eliminare fastidiose inflessioni dialettali e darti molta più sicurezza.

La capacità di comunicare a voce non serve solo a telecronisti e radiocronisti. È fondamentale anche per condurre interviste, partecipare a podcast o, più semplicemente, per presentare un tuo progetto in redazione con la giusta autorevolezza.

Diventare un detective delle notizie: il fact-checking

Nell’era delle fake news, saper verificare una notizia è un superpotere. Il giornalismo sportivo, specialmente durante il calciomercato, è un terreno minato di voci incontrollate e indiscrezioni lanciate ad arte. Cadere in una “bufala” non solo danneggia la tua credibilità, ma rischia di compromettere per sempre la fiducia dei lettori.

Ecco dei passi concreti da seguire prima di pubblicare:

  • Passo 1: Identifica la fonte primaria. La notizia arriva da un comunicato ufficiale, da un’agenzia di stampa affidabile o da un profilo social anonimo spuntato dal nulla?
  • Passo 2: Cerca conferme incrociate. Altre testate autorevoli stanno riportando la stessa informazione?
  • Passo 3: Usa il buon senso. Sviluppa un sano scetticismo e chiediti sempre se l’informazione è plausibile nel contesto in cui ti trovi.

Pensa a quanti profili “fake” di agenti o dirigenti sportivi compaiono ogni giorno sui social. Imparare a riconoscerli al volo è una competenza che ti salverà da figuracce colossali.

Creare contenuti multimediali: audio e video

Oggi il pubblico non si limita a leggere. Ascolta podcast mentre va al lavoro e guarda video-analisi sui social. Saper creare contenuti multimediali ti apre un mondo di opportunità. Non devi diventare un regista o un sound designer, ma conoscere le basi della produzione è un vantaggio competitivo enorme.

Inizia con strumenti semplici e gratuiti. Usa il tuo smartphone per girare brevi video-commenti dopo una partita. Scarica un software di montaggio audio come Audacity per creare un piccolo podcast in cui analizzi la giornata di campionato. Queste piccole produzioni, anche se amatoriali, arricchiranno il tuo portfolio e dimostreranno che sai pensare su più piattaforme.

Padroneggiare i dati e le statistiche

Il racconto sportivo moderno è sempre più guidato dai dati. Limitarsi a dire “ha giocato bene” non basta più. I lettori vogliono analisi approfondite, supportate da statistiche che vadano oltre il semplice possesso palla. Prendi confidenza con i dati avanzati: xG (Expected Goals), mappe di calore, statistiche sui passaggi chiave.

Esempio concreto: invece di scrivere “Il centravanti è stato impreciso”, potresti analizzare i dati e scrivere: “Nonostante i 5 tiri in porta, il suo xG totale è stato solo di 0.8, a indicare che le conclusioni sono arrivate da posizioni difficili e con bassa probabilità di segnare”.

Questa precisione trasforma un’opinione in un’analisi supportata dai fatti. È questo che rende un pezzo autorevole e davvero interessante per un pubblico sempre più esigente.

Crea il tuo brand personale nel mondo digitale

Oggi, per capire come diventare giornalista sportivo, non basta più guardare alle redazioni tradizionali. La tua più grande opportunità, che tu ci creda o no, è online. Il tuo profilo social, il tuo blog, i tuoi video non sono più semplici passatempi, ma sono diventati il tuo biglietto da visita professionale. La tua vetrina sul mondo.

Costruire un brand personale forte e riconoscibile è il passo che può fare la differenza tra essere un aspirante tra tanti e diventare un punto di riferimento, magari in una nicchia specifica.

L’obiettivo non è collezionare follower, ma costruire una community di persone realmente interessate a come tu racconti lo sport. Devi passare da semplice consumatore di notizie a creatore di contenuti che lasciano il segno. Pensa a come potresti usare i vari canali: un’analisi tattica post-partita su YouTube, un thread su X con statistiche avanzate o una diretta su Instagram per commentare a caldo un evento sportivo.

Passo 1: Scegli la tua nicchia e diventa un esperto

Il mondo dello sport è vastissimo. Cercare di parlare di tutto a tutti è il modo più sicuro per non essere ascoltato da nessuno. Il vero segreto sta nel trovare la tua nicchia, un angolo specifico in cui puoi davvero diventare una voce autorevole. Magari sei un mago del basket giovanile, un profondo conoscitore del calciomercato sudamericano o un appassionato di sport paralimpici.

Specializzarsi ti permette di fare tre cose fondamentali:

  • Creare contenuti unici: andrai oltre le notizie che danno tutti, offrendo un punto di vista originale e approfondito.
  • Costruire un pubblico fedele: attirerai persone realmente interessate al tuo campo di competenza, creando una community solida.
  • Posizionarti come fonte autorevole: col tempo, altri giornalisti e addetti ai lavori inizieranno a seguirti per le tue analisi.

Passo 2: Sfrutta i social media in modo strategico

I social non sono una bacheca dove ripubblicare le notizie di altri. Sono uno strumento potentissimo per interagire, creare dibattito e mostrare le tue capacità in tempo reale. Prendiamo l’esempio di Gianluca Di Marzio: il suo successo su Twitter (ora X) si basa sulla capacità di dare notizie flash, creare attesa e dialogare direttamente con la sua community.

Nel giornalismo sportivo moderno, il tuo profilo social non è un diario personale. È il tuo primo desk di redazione, attivo 24 ore su 24, dove pubblichi, verifichi e costruisci la tua reputazione a ogni post.

Il ruolo dei social media nel giornalismo sportivo italiano è sempre più centrale. Dati recenti mostrano un incremento delle interazioni online per i principali giornalisti del settore del +45% rispetto all’anno precedente. Gianluca Di Marzio, in particolare, ha visto triplicare i volumi di interazione, con oltre 40.000 visualizzazioni medie per singolo video su piattaforme come X e TikTok. Questo dimostra quanto sia cruciale acquisire competenze di gestione dei social media.

Per darti un’idea più chiara, questo grafico mostra la ripartizione dei tirocini nel settore, un dato utile per capire il contesto in cui ti muoverai.

Come vedi, la maggior parte delle opportunità iniziali non è retribuita, il che rende ancora più importante costruire un brand personale forte per accedere a collaborazioni di maggior valore.

Per aiutarti a orientarti, ecco un confronto tra le principali piattaforme social e come puoi usarle a tuo vantaggio.

Piattaforme social a confronto per il giornalista sportivo

Una comparazione tra i principali social media, con indicazioni su come sfruttare al meglio ciascuna piattaforma per costruire il proprio brand personale.

Piattaforma Ideale per Esempio di contenuto efficace Consiglio pratico
X (Twitter) Notizie in tempo reale, commenti a caldo, networking con colleghi. Un thread di analisi su una mossa di calciomercato inaspettata, con dati e fonti. Usa gli hashtag degli eventi sportivi per inserirti nelle conversazioni del momento. Rispondi ai tweet di altri giornalisti per creare relazioni.
Instagram Storytelling visivo, dietro le quinte, dirette post-partita. Una serie di Stories con grafiche che spiegano uno schema di gioco o un’intervista “a caldo” dopo un evento. Sfrutta i Reels per brevi analisi video accattivanti. La cura dell’immagine è tutto: usa foto di buona qualità.
YouTube/Twitch Analisi approfondite, format video, podcast. Un video di 10-15 minuti che analizza la tattica di una partita o una diretta streaming per commentarla insieme alla community. La costanza è la chiave. Crea un appuntamento fisso (es. “L’analisi del lunedì”) per fidelizzare il pubblico.
LinkedIn Networking professionale, pubblicazione di articoli di fondo. Un articolo che analizza il business model di una lega sportiva o le strategie di comunicazione di un club. Cura il tuo profilo come un CV. Condividi i tuoi articoli e interagisci nei gruppi dedicati al giornalismo e allo sport business.
TikTok Contenuti brevi, virali e di intrattenimento. Un video di 30 secondi che sfata un mito sul calcio o mostra una statistica sorprendente in modo creativo. Pensa “mobile-first”. Sii diretto, usa musica di tendenza e cattura l’attenzione nei primi 3 secondi.

Ogni piattaforma ha un suo linguaggio. Capire quale si adatta meglio al tuo stile e alla tua nicchia è il primo passo per costruire una presenza online che funzioni davvero.

Passo 3: Il tuo blog o sito web: il quartier generale

Se i social sono il megafono, il tuo blog o sito personale è il tuo quartier generale. È lo spazio dove puoi pubblicare analisi più lunghe e articolate, raccogliere i tuoi articoli migliori e presentarti in modo professionale. Avere un dominio a tuo nome trasmette serietà e pieno controllo sulla tua immagine.

Per consolidare la tua presenza online e avere un posto dove mostrare i tuoi lavori, è fondamentale sapere come creare un sito web personale. Non serve essere un programmatore: piattaforme come WordPress o Squarespace rendono tutto molto più semplice di quanto pensi. Questo diventerà il tuo portfolio digitale, il link da inserire nel curriculum e nella bio dei tuoi profili social per mostrare, concretamente, cosa sai fare.

Conclusione: Il tuo prossimo passo concreto

Siamo arrivati alla fine di questo viaggio. Ora dovresti avere una mappa molto più chiara, e soprattutto realistica, di cosa vuol dire puntare a diventare giornalista sportivo al giorno d’oggi. Abbiamo visto quanto conti una formazione solida, l’urgenza di “sporcarsi le mani” con esperienze pratiche il prima possibile e il ruolo, ormai decisivo, delle competenze digitali per costruirsi un nome e una credibilità.

Ma conoscere la strada non significa averla percorsa. La teoria, se non si trasforma in azione, rimane solo un bel discorso. Per questo, voglio lasciarti con un invito all’azione, un passo concreto da fare subito, a partire da domani.

Il segreto non è aspettare la grande occasione che ti cambia la vita, ma crearne di piccole ogni giorno. Ogni pezzo che scrivi, ogni contatto che riesci a stabilire, ogni nuova abilità che impari è una tessera del mosaico che stai costruendo.

Il tuo piano d’azione, da domani

Non devi stravolgere la tua vita. Inizia con qualcosa di semplice e gestibile, un’azione che puoi compiere immediatamente per mettere in moto il meccanismo. Scegli una di queste idee (o inventane una tutta tua) e impegnati a portarla a termine entro la settimana.

  • Apri il tuo blog: Usa WordPress o Medium. Scegli una nicchia, che sia la squadra di calcio della tua città o uno sport di cui nessuno parla, e scrivi il tuo primo pezzo di analisi. Anche solo 500 parole, per iniziare.
  • Contatta una realtà locale: Cerca online la testata sportiva più piccola della tua città. Manda una mail al direttore, presentati e proponiti come collaboratore volontario per seguire, ad esempio, una squadra giovanile.
  • Migliora una competenza: Iscriviti a un webinar gratuito sul fact-checking o guarda un paio di tutorial su YouTube per imparare le basi del montaggio video con lo smartphone.

L’unica cosa che conta è partire. Ogni singolo passo, anche quello che ti sembra più insignificante, ti sta avvicinando all’obiettivo. Un ottimo esercizio è studiare come lavorano i professionisti. Per esempio, potresti leggere un pezzo che analizza un debutto vincente su Estate in Diretta per capire la struttura, il ritmo e il tono usati per raccontare una notizia.

Le domande più frequenti per chi inizia

Arrivati a questo punto, è normale avere ancora la testa piena di dubbi. Il percorso per diventare giornalista sportivo è pieno di bivi e dettagli pratici che possono confondere. Qui abbiamo raccolto le domande più comuni, con risposte chiare e dirette, per aiutarti a sciogliere gli ultimi nodi.

Come si ottiene il tesserino da pubblicista?

Il tesserino da pubblicista. Per molti è il primo, grande traguardo. Per ottenerlo non serve una laurea specifica, ma un percorso molto concreto: una collaborazione retribuita e continuativa con una testata giornalistica registrata.

In sintesi, la strada è questa:

  • Devi collaborare per almeno 24 mesi, anche non consecutivi, con una o più testate.
  • La collaborazione deve essere pagata. Non aspettarti cifre da capogiro: ogni Ordine regionale stabilisce dei minimi di reddito da dimostrare, spesso poche centinaia di euro l’anno.
  • Conserva tutto. Ricevute, bonifici, una raccolta degli articoli pubblicati con la tua firma. Saranno le prove da presentare.

Facciamo un esempio pratico: inizi a scrivere per un giornale online della tua città. Ti pagano 50 euro al mese per due pezzi a settimana sulla squadra di calcio locale. Dopo due anni, avrai accumulato sia i mesi di collaborazione sia un reddito sufficiente. A quel punto, potrai presentare la domanda all’Ordine dei Giornalisti della tua regione, allegando la dichiarazione del direttore e le prove dei compensi.

La laurea è davvero indispensabile?

No, tecnicamente non è obbligatoria per iscriversi all’Albo, né come pubblicista né come professionista. Però, diciamocelo chiaramente: oggi è quasi impensabile farne a meno. Una laurea, soprattutto in Scienze della Comunicazione, Lettere o Giurisprudenza, ti dà le fondamenta culturali, il metodo di analisi e quella padronanza della lingua che fanno tutta la differenza del mondo.

In un mercato del lavoro così affollato, non avere una formazione universitaria ti mette in una posizione di netto svantaggio. Non è solo una questione di nozioni: la laurea dimostra impegno, disciplina e capacità di pensiero critico.

Quanto si guadagna all’inizio?

Questo è uno dei punti più delicati. Bisogna essere brutalmente onesti: all’inizio, i guadagni sono spesso molto bassi, a volte simbolici. Le prime collaborazioni con testate piccole o blog di settore possono essere pagate “a pezzo”, con tariffe che vanno dai 5 ai 15 euro per articolo. Molti, anzi, iniziano gratis, solo per fare esperienza e riempire il portfolio.

All’inizio, non guardare al guadagno, ma all’opportunità. Ogni articolo pagato poco o niente è un investimento sulla tua visibilità e sulla tua credibilità futura. È la gavetta, ed è un passaggio quasi obbligato per tutti.

Con il tempo, l’esperienza e un buon giro di contatti, le cose cambiano. Un pubblicista con diverse collaborazioni attive può arrivare a guadagnare cifre dignitose, ma la stabilità economica richiede pazienza, tenacia e la furbizia di diversificare. Magari, affiancando alla scrittura la gestione dei social per un atleta o una società sportiva.


Speriamo che questa guida ti sia stata utile per fare un po’ di chiarezza sul tuo futuro. Per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie di sport, cinema e molto altro, continua a seguire L’Argomento Quotidiano. Visita il nostro sito per non perderti neanche un articolo: https://www.largomento.com.

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